martedì, Ottobre 8, 2024
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Daniel Brühl presenta la serie Becoming Karl Lagerfeld: “Un genio fatto di contraddizioni”

Daniel Brühl è arrivato a Milano per presentare alla stampa italiana Becoming Karl Lagerfeld, la serie sulla vita del genio della moda in arrivo su Disney+ dal 7 giugno.

“Il mio italiano è una ‘catastrofe’. Vorrei potermi esprimere in italiano come faceva Karl, che era un genio anche dal punto di vista linguistico. Pur avendo un forte accento tedesco, aveva una padronanza straordinaria del francese. Nell’interpretarlo ho dovuto un po’ accentuare l’accento tedesco, che normalmente non ho”.

Esordisce così in conferenza stampa Daniel Brühl, in occasione della presentazione a Milano della serie Becoming Karl Lagerfeld, in cui l’attore interpreta proprio il celebre stilista e fotografo tedesco, scomparso nel 2019. La serie, in arrivo su Disney+ a partire dal 7 giugno, è ambientata nel 1972, quando Lagerfeld ha 38 anni, non porta ancora il suo iconico taglio di capelli ed è uno stilista di prêt-à-porter, sconosciuto al grande pubblico.

“È stato molto interessante, per me, scoprire chi fosse Karl prima che diventasse famoso e, soprattutto, prima che arrivasse a perfezionare quel ruolo di icona che si era inventato per sé”, ha raccontato Brühl parlando dei motivi che lo hanno spinto ad accettare la parte. “Ho avuto la fortuna di incontrarlo circa vent’anni fa e proprio in quell’occasione avevo visto il personaggio che si era inventato semplicemente per proteggersi. Mi ricordo i suoi occhiali, i guanti, i capelli bianchi; solo per un istante ho visto i suoi occhi. Quindi mi interessava esplorare il modo in cui quest’uomo è arrivato a diventare la figura che tutti conosciamo, partendo dalla sua giovinezza e raccontando soprattutto le sue fragilità”. 

Lagerfeld? Un rompicapo con tantissimi pezzi diversi

Da dove è partito Daniel Brühl per calarsi al meglio nei panni di Karl Lagerfeld? “È stato un processo lungo”, ha precisato l’attore. “Devo ammettere che in questa fase della mia vita apprezzo molto le sfide, mi piace cimentarmi in cose mai fatte prima. Di base, si è trattato di mettere insieme una specie di rompicapo con tantissimi pezzi diversi. Ho letto tre biografie, ho avuto la possibilità di vedere alcune interviste rilasciate da giovane – in cui era già bravo a presentarsi, a ‘vendersi’; ho persino incontrato alcune persone che lo hanno conosciuto all’epoca e che mi hanno raccontato aneddoti che non si trovano da nessuna parte e che sono stati fondamentali per me nella costruzione del personaggio”.

Daniel Brühl alla conferenza di Becoming Karl Lagerfeld. Foto di Giulia Parmigiani per gentile concessione di Disney Italia.

Becoming Karl Lagerfeld porta il pubblico nel cuore degli anni ’70, a Parigi, Monaco e Roma, per seguire la crescita formidabile di questa personalità complessa e iconica della couture parigina, già spinta dall’ambizione di diventare l’imperatore della moda. In un certo senso, è come se la serie raccontasse Karl prima di Lagerfeld: proprio per questo, un aspetto della sua storia molto importante da affrontare era quello del senso di solitudine provato in vita da quest’uomo.

A tal proposito, Daniel Brühl ha spiegato: “È stato particolarmente impegnativo, perché quando si tratta di interpretare un personaggio così misterioso ma al tempo stesso anche così iconico, il rischio è di cadere nella caricatura. Karl era un uomo molto riservato, discreto, un po’ come me; è stato necessario prendere delle decisioni per cercare di capire chi fosse e cosa desiderasse. Voleva l’amore? Voleva conquistare Parigi? Voleva ottenere il rispetto? Era un uomo che desiderava fortemente raggiungere i suoi obiettivi. E quando incontra l’amore, nonostante cerchi di aprirsi, al tempo stesso teme di perdere il controllo. Io ho cercato di fare proprio questo: di rapportarmi a questa sua volta di amore e di rispetto. È chiaro che non posso paragonarmi all’attenzione cui era oggetto Karl, ma da attore quello che cerco di fare è provare a collegarmi ad alcuni aspetti estremi di sentimenti che mi appartengono”.

Daniel Brühl: “Il mio eroe è stato Marcello Mastroianni”

Nella serie, il grande stilista viene definito un “mercenario del prêt-à-porter”. Volendo forzare un parallelo, è possibile definire gli attori dei “mercenari” e i registi come degli “stilisti” per come li “vestono, guidano e scelgono”? A questa interessante domanda, Brühl risponde: “Devo dire che ho conosciuto dei registi che potrebbe essere considerati alla stregua degli stilisti dell’haute couture. Per quanto riguarda la mia esperienza, ho imparato soprattutto da mio padre, che era un regista di documentari. È stato lui a formarmi quando ho iniziato ad avvicinarmi alla recitazione. I primi film che mi fece vedere da ragazzo erano quelli di De Sica, Fellini e Visconti; il mio eroe è stato Mastroianni. Mio padre mi ha sempre sostenuto. Mi diceva sempre che idealmente avremmo sempre dovuto puntare a raccontare storie di cui poi avrebbero parlato tutti. Quindi la mia filosofia è sempre stata quella di raggiungere il più vasto pubblico possibile. In questo senso, forse sono anche io un ‘mercenario del prêt-à-porter'”.

Subito dopo, l’attore si lascia andare ad una riflessione sull’eventuale necessità di trovare un equilibro tra profondità drammaturgica e apparente superficialità della moda per raccontare al meglio la complesso figura di Lagerfeld. “Da attore quello che mi piace di più è poter esplorare le contraddizioni che sono insite nell’essere umano. Trovo che sia un’esperienza arricchente”, ha dichiarato. “Karl era uno straordinario intellettuale e, al tempo stesso, una vera e propria icona della cultura pop; era un artista, un fotografo, un illustratore, un creativo… e poi c’era anche l’uomo d’affari. Era tante cose insieme e io mi sono divertito molto ad esplorare questa realtà fatta di contraddizioni che hanno sempre caratterizzato la sua esistenza, fino alla fine. Nonostante l’età non ha mai smesso di essere curioso e di provare a catturare sempre lo spirito dei tempi”. 

Daniel Brühl alla conferenza di Becoming Karl Lagerfeld. Foto di Giulia Parmigiani per gentile concessione di Disney Italia.

Ma cosa ha imparato realmente Daniel Brühl sul mondo della moda grazie all’esperienza di Becoming Karl Lagerfeld? “Sicuramente ho imparato molto”, rivela l’attore. “Al di là della serie, però, devo ammettere che il mio rapporto con la moda è iniziato proprio grazie ad un italiano, Alessandro Sartori. Ci siamo conosciuti in occasione del mio 30esimo compleanno: è stato il primo stilista che io abbia conosciuto. È grazie a lui se ho capito quanto sia duro questo lavoro; quanta attenzione, disciplina ed energia creativa richieda. È un mondo che non si ferma mai, dai ritmi frenetici, in cui è necessario reinventarsi sempre. È anche grazie ad Alessandro se sono riuscito a calarmi al meglio nei panni di Karl”.

Pilota di Formula 1, villain del MCU… genio della moda

Da pilota di Formula 1 (è stato Niki Lauda in Rush di Ron Howard) a villain del Marvel Cinematic Universe (Helmut Zemo in Captain America: Civil War), fino ad arrivare ad un genio della moda come Karl Lagerfeld: quali sfide vorrebbe ora affrontare Daniel Brühl in futuro? “Da attore devo ammettere che non ho una lista o un elenco di personaggi che mi piacerebbe interpretare”, ammette. “La cosa bella è che ancora oggi mi vengono fatte delle proposte che posso concedermi il lusso di esaminare, valutare e nel caso accettare. Sono stato molto fortunato perché mi hanno sempre offerto progetti di una certa importanza. Sicuramente non vedo l’ora di iniziare le riprese del nuovo film di Ruben Östlund – un regista che adoro; e poi, chissà… Mi piacerebbe anche tornare dietro la macchina da presa. Ma per ora non posso anticipare nulla. Magari alla prossima occasione”. 

In chiusura di conferenza, l’attore ha poi avuto modo di commentare l’eredità tedesca che condivide con Karl Lagerfeld e il modo in cui l’industria di Hollywood releghi spesso gli attori tedeschi a dei ruoli archetipici: “Diciamo che uno degli aspetti di Karl con i quali sono riuscito a rapportarmi di più è stato questo suo desiderio di superare i confini, di riuscire a esplorare e lavorare con culture diverse. Già da giovanissimo avevo questo desiderio, forse a causa della mia famiglia avendo una madre spagnola, un padre tedesco e ben due zie francesi. Ero abituato a questa commistione di culture; avevo già il desiderio di poter lavorare in tutta Europa, dalla Francia alla Spagna… non sognavo neanche gli Stati Uniti. Mi diverte recitare in più lingue; mi piace lavorare con le debolezze e con i punti di forza di ogni singola lingua”.

Becoming Karl Lagerfeld, composta da 6 episodi, è prodotta da Gaumont e Jour Premier. La serie è basata sul bestseller “Kaiser Karl” di Raphaëlle Bacqué (pubblicato dalla casa editrice francese Albin Michel) ed è interpreta anche da Théodore Pellerin (Jacques de Bascher), Arnaud Valois (Yves Saint Laurent), Alex Lutz (Pierre Bergé) ed Agnès Jaoui (Gaby Aghion).

Guarda il trailer ufficiale di Becoming Karl Lagerfeld

Stefano Terracina
Stefano Terracina
Cresciuto a pane, latte e Il Mago di Oz | Film del cuore: Titanic | Il più grande regista: Stanley Kubrick | Attore preferito: Michael Fassbender | La citazione più bella: "Io ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile." (A Beautiful Mind)

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