Nel febbraio 2018, l’uscita di Black Panther nelle sale non segnò soltanto un precedente nella storia dei Marvel Studios (oltre a stabilire vari record di incassi e ad essere candidato a svariati premi cinematografici, diventando il primo film del MCU a vincere tre premi Oscar e ad essere candidato come miglior film), ma servì anche a lanciare a livello internazionale la carriera di Chadwick Boseman, scelto per ricoprire il ruolo della Pantera Nera.
Grazie alla sua interpretazione di T’Challa, Boseman venne definito dalla rivista “Time” come una delle cento persone più influenti nel mondo e tornò nei panni del personaggio in Avengers: Infinity War (sempre del 2018) e Avengers: Endgame (uscito nel 2019). Dal canto suo, il film diretto da Ryan Coogler (conosciuto all’epoca per Prossima fermata Fruitvale Station e Creed – Nato per combattere), al di là di tutti gli apprezzamenti da parte della critica, ha in un certo senso raccontato l’universo dei supereroi da un altro punto di vista, cambiando totalmente le regole in termini di rilevanza culturale, narrazione dei personaggi e rappresentazione per il pubblico. È normale, quindi, che un sequel di Black Panther – annunciato per la prima volta nell’ottobre 2018 – fosse uno dei progetti futuri del Marvel Cinematic Universe più attesi di sempre.
Due anni dopo, però, avviene qualcosa che sarà destinato a scuotere profondamente non solo le dinamiche interne all’universo cinematografico partorito dalla mente di Kevin Feige, ma anche dell’intera Hollywood: il 28 agosto del 2020, a soli 43 anni, Chadwick Boseman muore a causa di un tumore al colon diagnosticato nel 2016 e progredito al quarto stadio nello stesso anno della sua scomparsa. L’attore non parlò mai pubblicamente della sua malattia e durante il trattamento continuò lo stesso a lavorare, completando diversi film (tra cui il postumo Ma Rainey’s Black Bottom, grazie al quale ottenne una candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista).
The Show Must Go On…
Da allora, nonostante la conferma del sequel, tutti i fan del MCU hanno cominciato a chiedersi in che modo la storia del film avrebbe fatto i conti con la scomparsa del suo re, ma Feige non ha mai lasciato spazio ad alcun tipo di dubbio: nessun altro attore avrebbe preso il posto di Boseman nei panni di T’Challa, né tantomeno il compianto interprete sarebbe stato ricreato attraverso l’impiego della CGI. Così come Chadwick era morto nella realtà, così la sua iterazione della Pantera Nera sarebbe morta sullo schermo.
Ora, a partire dal prossimo 9 novembre nelle sale italiane e dall’11 in quelle statunitensi, avremo finalmente la possibilità di scoprire cosa ha in serbo per il suo pubblico l’attesissimo Black Panther: Wakanda Forever, sequel dal titolo emblematico che già si preannuncia come un vero e proprio omaggio alla grande eredità di Chadwick Boseman. In occasione dell’uscita del film, abbiamo avuto l’onore e il piacere di partecipare alla global press conference in cui il cast e la crew hanno raccontato alla stampa di questo sospirato sequel, descritto da Ryan Coogler come un progetto “fortemente collaborativo”.
“Realizzare il primo Black Panther è stata un’esperienza incredibile, così come lo è stata tornare per questo sequel. Alla fine è questo il bello quando si lavora ad una serie di film: avere la possibilità di tornare a lavorare con persone che ammiri e a cui vuoi bene”, ha dichiarato il regista in apertura di conferenza. “Dopo tutto quello che abbiamo passato, soprattutto a causa della pandemia, è stato bellissimo tornare sul set e poterci riabbracciare tutti. Chiaramente, ognuno di noi stava ancora elaborando quello che è successo a Chadwick, ma è stato fantastico poter condividere il nostro dolore. Mi sento veramente grato per ciò che mi ha dato l’esperienza di questo sequel”.
Alle parole di Coogler fanno subito eco quelle di Kevin Feige, il quale racconta in che modo il sequel di Black Panther sia cambiato a seguito della tragica scomparsa del suo protagonista: “La morte di Chadwick è stata uno shock per tutti. Ma in cuor nostro sapevamo che il mondo di Wakanda, con tutti questi personaggi meravigliosi, doveva continuare ad essere esplorato. Ovviamente, all’inizio la storia del film doveva essere diversa, perché doveva includere, appunto, il personaggio di T’Challa. Quando poi abbiamo perso Chad, abbiamo capito che dovevamo riversare tutto ciò che provavamo nel sequel, senza dimenticarci di omaggiare l’attore che Chad è stato e al tempo stesso di celebrare l’universo di Wakanda”.
Black Panther: Wakanda Forever è quindi diventato, col tempo, qualcosa di molto diverso rispetto a ciò a cui avevano inizialmente pensato Coogler, Feige e il produttore Nate Moore, il quale, proprio in merito a questa “mutazione”, ha spiegato: “Ci siamo ritrovati a dover mettere in conto non solo come questi personaggi avrebbero affrontato la morte di T’Challa, ma anche ciò che avrebbero sperimentato dopo. Hanno tutti un punto di vista diverso rispetto a quella perdita e credo che Ryan sia stato bravissimo nel dare colore a tutte le possibili sfumature del dolore, che varia proprio in base a chi lo sta provando. La speranza è che la potenza di questa storia possa davvero colpire il pubblico”.
Volti vecchi e nuovi popolano il Wakanda
Gran parte del cast del primo film tornerà in Black Panther: Wakanda Forever, tra cui Letita Wright (Shuri), Lupita Nyong’o (Nakia) e Danai Gurira (Okoye), ma il sequel introdurrà anche un nuovissimo personaggio: stiamo ovviamente parlando di Namor, interpretato dall’attore messicano Tenoch Huerta, noto soprattutto per Narcos: Messico. Namor è il re di Talokan, una nazione sottomarina nascosta che rappresenterà una nuova minaccia per il regno del Wakanda.
A proposito del suo coinvolgimento nel film e del suo ingresso nel MCU, Huerta ha raccontato: “È sempre difficile vestire i panni dell’antagonista di una storia. In questo film lo è stato ancora di più, perché Wakanda rappresenta moltissimo per tutto il suo popolo. Il mio ruolo è un po’ quello del distrurbatore, di chi arriva per turbare l’equilibrio di un intera nazione. Tuttavia, penso che Ryan e il co-sceneggiatore Joe Robert Cole abbiano trovato un modo per far uscire il lato più umano di questo personaggio, al fine di rendere comprensibili le sue azioni agli occhi degli altri, per quanto possibile. In merito al mio casting, non posso che essere onorato per questa possibilità che mi è stata concessa”.
Al centro della storia raccontata in Wakanda Forever, come sappiamo da tempo, ci sarà il personaggio di Shuri, la sorella di T’Challa interpretata da Letitia Wright, che dopo la morte di suo fratello, insieme alla Regina Ramonda (Angela Bassett), M’Baku (Winston Duke) e alle Dora Milaje, dovrà lottare per proteggere la nazione da alcune invadenti potenze mondiali, oltre che dalla minaccia di Talokan e del suo re Namor.
Quella che vedremo in questo sequel, quindi, sarà una Shuri molto diversa rispetto a quella che abbiamo conosciuto nel primo film, e la Wright ha così parlato della sua evoluzione: “In questo film molti personaggi andranno incontro ad alcune svolte importanti, e anche per Shuri sarà lo stesso. Si ritroverà a condividere un dolore che non è soltanto suo, ma è anche dei suoi familiari e dell’intero Wakanda. Inevitabilmente, tutto questo la rende una persona decisamente più matura. Il modo in cui Ryan è arrivato a raccontare questo cambiamento è stato di una delicatezza infinita. Credo che l’arco narrativo di Shuri sia molto coinvolgente, e spero che il pubblico possa identificarsi in qualche modo in ciò che sta attraversando”.
Come detto poc’anzi, in Wakanda Forever tornerà anche il premio Oscar Lupita Nyong’o nei panni di Nakia, membro delle Dora Milaje, guardia del corpo di T’Challa e suo vecchio interesse amoroso. “Nel primo film Nakia era una sorta di oasi felice per T’Challa, e ora avrà la possibilità di rappresentare più o meno la stessa cosa per Shuri, standole vicino e aiutandola nella sua lotta per difendere la sua nazione e il suo popolo”, ha spiegato l’attrice. “Tornare ad interpretarla in questo sequel è stato molto terapeutico per me. Mi ha aiutata a metabolizzare la scomparsa di Chad e a diventare molto più saggia, proprio come accade a Nakia”.
Il coinvolgimento di Rihanna
Nel sequel, oltre al personaggio di Namor, verrà introdotto anche quello di Riri Williams/Ironheart, che sarà poi al centro di una serie a lei interamente dedicata, in arrivo prossimamente su Disney+. Interpretata da Dominique Thorne, Riri è un geniale inventore che ha creato un’armatura che rivaleggia con quella costruita da Tony Stark/Iron Man e che instaurerà un’amicizia molto speciale con Shuri.
A proposito della relazione tra queste due brillanti scienziate, Letitia Wright ha rivelato: “È stato molto divertente girare con Dominique e creare insieme a lei il rapporto tra i nostri rispettivi personaggi. È bello che in questo sequel ci sia un’altra ragazza nera, molto intelligente, che continua a vivere la sua vita ma che al tempo stesso è d’ispirazione per tante persone. Alcune delle mie scene preferite del film sono proprio quelle che ho girato con Dominique. Ci siamo divertite tantissimo.”
La conferenza stampa si chiude con una parentesi sul contribuito della celebre cantante Rihanna, che proprio per la colonna sonora di Wakanda Forever ha inciso il brano portante, ossia “Lift Me Up”, segnando così il suo ritorno ufficiale sulle scene dopo una pausa durata ben cinque anni. La canzone è stata concepita dall’artista barbadiana insieme alla cantante e produttrice Tems, al compositore e direttore d’orchestra premio Oscar Ludwig Göransson e al regista Ryan Coogler.
“Volevamo un’artista che potesse esprimere attraverso la sua arte e la sua voce il senso profondo del film, che poi è esattamente quello che ha fatto Kendrick Lamar con il primo film”, ha spiegato Coogler. “Volevamo che fosse una donna perché volevamo mantenere una sorta di continuità con il film stesso, che è pieno di personaggi femminili estremamente forti. Abbiamo mostrato alcune scene a Rihanna e siamo riusciti a convincerla. Ci ha detto di aver accettato soprattutto per Chadwick Boseman, e questo testimonia come continui ad esercitare un’influenza speciale nelle vite di tutti. In questo senso, la scelta di Rihanna è solo l’ultimo pezzo di un puzzle molto più grande che abbiamo deciso di dedicare interamente al nostro Chad”.