Benedetta Follia (qui il trailer ufficiale) è il nuovo film diretto e interpretato da Carlo Verdone – che lo ha anche scritto insieme agli sceneggiatori Nicola Guaglianone e Menotti – dividendo la scena insieme alle attrici Ilenia Pastorelli, Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante Della Rovere e Paola Minaccioni.
Il film uscirà nelle sale il prossimo 11 gennaio distribuito da Filmauro e prodotto da Luigi e Aurelio De Laurentiis, che lo distribuiranno in 700 copie “che potrebbero anche crescere di numero in base al successo del tour promozionale”, conferma il produttore.
Verdone, insieme alla Pastorelli, la Calzone, gli sceneggiatori, i produttori Luigi e Aurelio De Laurentiis e il coreografo Luca Tommassini hanno presentato alla stampa la loro ultima fatica, creando un vivace Q&A con gli interlocutori della stampa.
Carlo, com’è nata l’idea per Benedetta Follia?
Carlo Verdone: «Quando ho incontrato gli sceneggiatori Guaglianone e Menotti negli studi De Laurentiis mi hanno proposto due soggetti: uno era basato su una storia famigliare, era molto moderno e interessante; poi però ho letto questo. Benedetta Follia mi intrigava come idea, essendo incentrato su quest’uomo che incontra una donna particolare che lo rimette in pista; Guglielmo è un uomo che cerca di ricostruirsi. Il mio è l’unico ruolo maschile, mi intrigava l’idea di tornare ad analizzare l’universo femminile che mi ha sempre affascinato parecchio, soprattutto analizzarlo al giorno d’oggi, all’epoca dell’amore ai tempi dei social. Ho scritto 5 soggetti prima di questo insieme a un altro team e li trovo comunque attuali, sono convinto che prima o poi li porterò sul grande schermo. Ho cercato, in questo film, di esaltare le mie attrici e ho trovato una spalla sorprendente in ognuna di loro».
In quanto sceneggiatori, Nicola e Roberto, com’è stato per voi collaborare per la prima volta con un “mostro sacro” della comicità come Carlo?
Nicola Guaglianone: «Sinceramente, devo ammettere di essere praticamente cresciuto con l’immaginario di Verdone e con le battute dei suoi film; in fondo, ci sono dei fan da ben tre generazioni e io rientro pienamente nella categoria. Di solito, arrivati a 40-44 anni, è molto difficile trovare ancora dei buoni maestri da cui imparare, ma con Carlo non è stato così; un’ulteriore fortuna è stata la sua disponibilità come attore: noi scrivevamo qualcosa e lui la provava subito per vedere se funzionava».
Menotti: «È difficile lavorare con Carlo perché in effetti, a livello drammaturgico, ha già sperimentato tutto; ecco perché ci siamo mossi in territori diversi dal passato per sperimentare. Carlo tiene alle cose, al benessere delle persone e a quello della sua città. Cerca sempre di far quadrare tutto dando il massimo e ogni volta che non ci riesce questo elemento crea una crepa comica».
Carlo, nelle tue intenzioni e in quelle degli sceneggiatori, c’era forse l’intento di giocare con i rimandi citazionisti nascosti all’interno del film?
Carlo Verdone: «Possiamo partire, prima di tutto, dal presupposto che certe volte mi sento inadeguato. Forse è relativamente normale dopo 40 anni di carriera perché ogni volta bisogna reinventarsi da capo. La cosa più difficile è scrivere situazioni nuove, sempre sospesi tra mille dubbi e perplessità; così si cerca di andare avanti, reinventandosi e sperimentando. Se Benedetta Follia è cresciuto è soprattutto grazie a loro e alle attrici, anche perché questa volta ho diretto pochissimo gli attori ma temevo lo stesso terribilmente di metterle in condizione di sbagliare, e confesso che non me lo sarei mai perdonato…
…Nel corso del film ci sono diverse scene citazioniste, che rimandano ad alcuni dei miei film precedenti –come Troppo Forte – o grandi classici del cinema americano, dalle commedie musicali degne di Broadway alle rom-com come Harry Ti Presento Sally. Queste idee sono nate dagli sceneggiatori e oggi mi sembra passato davvero così tanto tempo da quando scrivevo i miei film a partire dai personaggi; ma oggi mi rendo conto che il mio viso si è trasformato in un’altra maschera e allora, in fase di scrittura, preferisco partire dalle situazioni per costruire un film. Bisogna stare più attenti col passare del tempo al soggetto della storia».
Benedetta Follia: Carlo Verdone e Ilenia Pastorelli presentano il film
Benedetta Follia è l’analisi di un rapporto uomo-donna ai tempi dei social: Carlo perché hai scelto di raccontarlo con un taglio così specifico e per quale motivo la scelta è ricaduta su Roma.
Carlo Verdone: «Volevo fare un film sulla serenità, virando verso la leggerezza e la pacatezza per comunicare una sorta di “abbraccio” anche al pubblico: avevo bisogno di concedermi quel momento di serenità e leggerezza di cui tutti, prima o poi, sentiamo la necessità. Lo sfondo di Roma – soprattutto di notte – è stato frutto dell’ennesima voglia che avevo di concedermi una vera e propria carezza da dare prima di tutto a me stesso, poi al pubblico e infine alla mia città, Roma, che spero possa tornare presto ad essere quella che è realmente. La Capitale è dotata di una sua poesia specifica; è un importante biglietto da visita del nostro paese e sono sinceramente stanco di mostrare sempre nel dettaglio gli aspetti che non funzionano. È una città che merita di fasi bella per una sera».
Carlo, Maria Pia e Ilenia, cosa potete aggiungere riguardo ai personaggi femminili di Benedetta Follia?
Carlo Verdone: «Le donne sono decisamente i migliori sparring partner che io abbia mai incontrato durante la mia carriera. Mi sono trovato benissimo con tutte loro, siamo andati subito tutti d’accordo ed è stato sicuramente uno dei cast assemblati meglio nella mia carriera».
Maria Pia Calzone: «Lavorare con Carlo è stato per me un privilegio: sono stata contenta di lavorare per la prima volta con lui perché le donne che rappresenta nei suoi film sono sempre “agenti” e mai “agite” e di conseguenza soggette alla volontà degli uomini che le circondano e che non hanno, quindi, la vita nelle loro mani. Quando mi ha proposto il ruolo dell’infermiera Ornella ho accettato subito proprio per via dell’abilità con cui si raccontava una donna forte e incastrata in un lavoro difficile, insomma un inedito ruolo sfaccettato».
Ilenia Pastorelli: «Luna è molto più forte di me a livello emotivo e riesce perfino, nonostante le sue numerose difficoltà, a rimettere in pista un personaggio depresso come quello di Guglielmo. Gli sceneggiatori con Verdone riescono sempre a far uscire dei lati femminili così particolari, creando delle donne sfaccettate vere e complesse. Luna, ad esempio, è contraddittoria, esagerata, vistosa per come si presenta, parla e si pone. Lavorare con Verdone è stato per me un onore e un privilegio, perché sa far ridere ma anche emozionare e con il suo cinema ha davvero aiutato delle persone».
Secondo voi, possiamo dire che la morale di Benedetta Follia si annida nel fatto che non sempre la “salvezza” arriva dagli ambienti che sono vicini al nostro?
Maria Pia Calzone: «La commedia è un genere che dimostra sempre come la salvezza può arrivare da ogni parte, da ogni luogo; mentre noi, troppo spesso, ragioniamo solo per categorie».
Carlo Verdone: «È dal contrasto che nasce la salvezza».
Ilenia Pastorelli: «E dal contrasto nasce anche la risata».
Carlo conoscevi già il mondo delle app e dei siti d’incontri? Cosa ne pensi?
Carlo Verdone: «La vita di oggi è sempre più solitaria e la rete si è impossessata perfino della nostra solitudine. Sono sicuramente un uomo all’antica, che preferisce il rapporto umano e il dialogo; nutro sempre dei dubbi su queste app, sui siti e sui risvolti social delle relazioni, ma conosco delle persone che si sono incontrate così e che vanno alla grande, quindi può succedere. Le insidie ci sono sempre e siamo ormai in pubblico, anche questo mi spaventa e sarebbe comunque più bello costruire un rapporto umano».