James Ponsoldt è diventato in poco tempo una delle punte di diamante del cinema indie. Il suo sguardo registico esplora le relazioni umane, la loro natura e il loro sviluppo in maniera autentica e mai banale. Dopo Smashed, The Spectacular Now e The End of the Tour, pare che con The Circle sia giunto all’apice delle tematiche che gli stanno a cuore, tra tutte la centralità della figura umana, in altezze e bassezze.
Il film vede come protagonista Mae (Emma Watson), appena assunta da “The Circle”, la più grande azienda di tecnologia e social media al mondo. La giovane comincia dunque a lavorare e viene subito incoraggiata dalla società a rinunciare alla propria privacy perché sul posto di lavoro vige la trasparenza assoluta. Punto di arrivo di tale schizofrenico processo sarà la creazione di una telecamera da indossare notte e giorno. Ma la ragazza si renderà presto conto che nessuno è al sicuro se tutti hanno la possibilità di guardare senza filtri le vite altrui.
Ponsoldt è riuscito a sviluppare il film in maniera talmente veritiera e profonda perchè si è posto determinate domande in prima persona: “Mia moglie e io stavamo per avere il primo figlio e questo mi portava a pormi una serie di interrogativi quali: in che mondo nascerà ? Avrà le nostre stesse possibilità di vivere una vita privata?”
Il titolo, omonimo per libro (di Dave Eggers) e film, evoca la circolarità, quel regime fondato sul perenne controllo reciproco, novello “Grande Fratello” ai tempi dei social che possono facilmente diventare una prigione dorata. Co-protagonista della vicenda è il boss della compagnia, Eamon Bailey, interpretato dal due volte premio Oscar Tom Hanks.
Entrambi gli attori sono stati fortemente voluti da Ponsoldt che ha speso bellissime parole sul conto di entrambi: “Sono un grandissimo fan di Emma, è una delle mie attici preferite. Quando abbiamo parlato del cast la prima volta, non pensavo lei fosse disponibile per via dei suoi impegni con ‘La Bella e la Bestia’, ma quando abbiamo analizzato meglio le date delle riprese, ci siamo resi conto che sarebbe stata libera. E’ una cosa che spaventerebbe anche me, avere un tour de force del genere.”
The Circle: il social poster realizzato da Robert Recchioni
Hanks, invece, sembra si presti molto bene alla parte di Bailey, personaggio ambiguo e complesso: “Tom è il più grande attore sulla Terra. E’ complatemente consapevole di come il pubblico lo percepisce e di ciò che “porta in tavola”. Ha donato al ruolo tutto ciò ci cui c’era bisogno. Il credo di Bailey? “Consoscere è un bene, ma conoscere tutto è meglio”. Crede che ogni esperienza dovrebbe essere disponibile per tutti, non solo per i privilegiati che se lo possono permettere. È così profondamente interessato alla tecnologia da voler condividere le esperienze di ognuno con tutti. E’ un distruttore dei limiti.”
Nonostante alcuni rumors dicano che sia ispirato alle principali aziende della Silicon Valley, quali Apple e Facebook, Ponsoldt ha dichiarato di non ispirarsi a nessuna compagnia in particolare: “The Circle è probabilmente come tantissime altre aziende moderne, che fa pressione su quanta autonomia, libertà e privacy dovrebbero avere i dipendenti.”
In un articolo del New Yorker che tratta di trasparenza dei dati, però, si evidenziano le assonanze fra alcuni discorsi di Zuckerberg e le parole che Bailey pronuncia in diverse parti del film. Inoltre, la somiglianza tra il quartier generale di Google e la sede di The Circle è impressionante; persino il personaggio di Hanks, sotto ogni aspetto, sembra la fusione perfetta tra il Ceo di Facebook e Steve Jobs.
Inoltre, pare che il film rispecchi alla perfezione le atmosfere claustrofobiche dell’omonimo libro, tanto da far desiderare una lunga pausa dai social network. Nonostante questi presupposti, Ponsoldt ha sempre affermato che il suo intento non è demonizzare la tecnologia. Per lo sviluppo della trama ha infatti visitato molti campus: “E’ stato davvero importante per me mettere in evidenza anche ciò che c’era di buono, non dipingere l’azienda come il male assoluto. Ho un sacco di amici che lavorano per compagnia del genere e la tecnologia ha sicuramente molto da offrire. Il problema è ciò a cui scegli di rinunciare per utilizzarla.”