La banda di ricercatori è tornata, ma questa volta sta dalla parte della legge! Perché se nel primo film i protagonisti per sopravvivere avevano lavorato alla creazione di una droga, in Smetto Quando Voglio Masterclass sarà l’ispettore Paola Coletti (Greta Scarano) a chiedere al detenuto Zinni (Edoardo Leo) di rimettere in piedi la banda per aiutarla a fermare il dilagare delle smart drugs. Agire da infiltrati per ottenere la fedina penale pulita: questo il patto!
E così il chimico (Stefano Fresi), i latinisti (Valerio Aprea e Lorenzo Lavia), il neurobiologo (Edoardo Leo), l’economista (Libero De Rienzo), l’archeologo (Paolo Calabresi) e l’antropologo (Pietro Sermonti) dovranno loro malgrado riunirsi e – per migliorare il loro lavoro e riuscire nella missione – cercare nuove reclute da coinvolgere. Troveranno in un ingegnere meccatronico (Giampaolo Morelli), nell’avvocato vaticanista (Rosario Lisma) e in un laureato e specializzato in anatomia umana (Giulio Bolle) i “cervelli in fuga” di cui avranno bisogno.
La trilogia di Smetto Quando Voglio
Smetto Quando Voglio Masterclass, in uscita nelle sale domani 2 febbraio, è il secondo film di una trilogia in realtà già completa; durante le riprese è stata girata anche la terza pellicola della saga che uscirà molto probabilmente il prossimo autunno con il titolo Smetto Quando Voglio Ad Honorem.
Girare insieme tutti e due i film è stata sicuramente un’esigenza nata dalla sceneggiatura, oltre che di produzione e riduzione dei costi; in questo modo infatti il regista ha potuto creare un film autonomo, giocando allo stesso tempo sulla continuità e sui rimandi, realizzando due film in uno. Nel finale del secondo capitolo della trilogia vedremo già alcune scene tratte dal terzo.
Cambio di sceneggiatori per Smetto Quando Voglio Masterclass
Nonostante il successo del primo film, il regista Sydney Sibilla ha optato per un cambio alla sceneggiatura: fuori Valerio Attanasio e Andrea Garello, dentro Luigi Di Capua (The Pills Sempre Meglio Che Lavorare) e Francesca Manieri.
Un cambio evidentemente necessario visto anche il passaggio del film da commedia ad action comedy (genere tra l’altro assolutamente atipico nel nostro paese), ma anche un cambio che allo stesso tempo mantiene i personaggi brillanti proprio come nel primo, permettendo al regista di realizzare ancora una volta una pellicola piena di ritmo e di divertimento.
C’è un aspetto che risalta forse in più rispetto al primo film, ossia un’insistenza maggiore sulla difficoltà dell’essere molto nerd e colti, e far coincidere questo con un contesto criminale: i contrasti di questi personaggi, la loro doppia personalità, le loro difficoltà nell’essere intelligenti e fingersi criminali, a volte ignoranti e un po’ cafoni, sono gli aspetti su cui la sceneggiatura punta maggiormente, a prescindere da inseguimenti vari e assalti ai treni.
Le fonti d’ispirazione per Smetto Quando Voglio Masterclass
La formazione cinematografica del regista proviene da una serie di film, sia italiani che americani, anni ’70, ’80 e ’90: tra questi sicuramente Terminator, Ghostbuter, la trilogia di Ritorno al Futuro, quella di Indiana Jones, Fantozzi, Amici Miei o I Soliti Ignoti. Molti di questi sono sequel, alcuni sono saghe, altri trilogie. Ma ovviamente c’è anche il cinema d’azione americano degli ultimi anni da Ocean’s Eleven ai film Marvel.
Il fumetto di Smetto Quando Voglio
La trilogia non è l’unica novità. Le avventure dei ricercatori sono infatti raccontate anche nell’omonimo fumetto spin-off, scritto da Roberto Recchioni, curatore di Dylan Dog e creatore di Orfani, e disegnato da Giacomo Bevilacqua, graphic novelist nonché creatore della strip comica A Panda Piace.
Il fumetto è in edicola con la Gazzetta dello Sport dal 30 gennaio, al costo di 2,50 euro, composto da 40 pagine in formato 17×21 cm e arricchito da 4 esclusive cover variant da collezione disegnate da Bevilacqua, Recchioni, Riccardo Torti e Zerocalcare.