Steven Spielberg torna a sbalordire, affascinare e contraddire con il suo nuovo lungometraggio distopico-fantascientifico Ready Player One, in uscita nelle sale italiane il prossimo 29 marzo grazie alla Warner Bros. Il film è una traduzione cinematografica del romanzo di Ernest Cline che firma la sceneggiatura assieme a Zak Penn (autore di film come X-Men 2, X-Men – Conflitto finale e L’incredibile Hulk).
Ready Player One: Spielberg tra fantascienza e cultura pop
La vicenda è ambientata in un futuro non molto lontano da noi nel quale la popolazione, per fuggire dalle barbarie cui è sottoposto il pianeta terra, si rifugia in OASIS, un mondo virtuale con il quale il genere umano può dare sfogo ai propri interessi. Wade Watts (Tye Sheridan), giocatore di un famoso game offerto dalla piattaforma OASIS, tenta di battere il sistema tentando di arrivare per primo nella conquisa del tesoro messo in palio dal gioco.
Ready Player One nelle parole di Ernest Cline
In Ready Player One Spielberg torna quindi a cimentarsi con il mondo indexicale, con la virtualità e gli orizzonti fantascientifici come già accaduto in Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), E.T (1982), A.I – Intelligenza artificiale (2001) o La guerra dei mondi (2005), questa volta confrontandosi con il concetto di videogioco.
A proposito dell’idea dietro la nascita di Ready Player One, lo scrittore e sceneggiatore Ernest Cline ha raccontato in un’intervista all’Huffington Post: «Ho avuto alcuni momenti di ispirazione, seguiti da un lavoro molto lento. All’inizio mi è sopraggiunta l’idea per un game designer simile a Willy Wonka che giocava una partita all’interno del mondo virtuale che si era creato. Poco più tardi mi è venuto in mente che tutti gli stratagemmi del game designer inseriti nel suo videogame potevano rappresentare le sue ossessioni, la cultura pop della sua giovinezza negli anni ’80».
Ready Player One dal 29 marzo al cinema
Anche con questo lungometraggio Spielberg affonda la sua macchina da presa nell’inconscio umano, filtrandolo attraverso i pixel. L’intreccio di Ready Player One (qui la nostra recensione) rappresenta quindi un grande “ritorno al passato” che sarà sicuramente chiamato a rispondere della testimonianza di tutta quella fetta di spettatori che gli anni ’80 li hanno vissuti e amati.
Non bisogna dimenticare che in Ready Player One, Spielberg continua la sua proficua collaborazione con il direttore della fotografia Janusz Kaminskim, che ha lavorato nei più grandi successi del regista come Schindler’s List (1993), Amistad (1997) e Salvate il Soldato Ryan (1998), solo per citarne alcuni.