Macchine Mortali è l’atteso titolo del nuovo progetto che segna il ritorno di Peter Jackson nel mondo fantasy: questa volta, insieme alle sodali Fran Walsh e Philippa Boyens, si è lanciato nell’adattamento di una celebre saga scritta da Philip Reeve.
In questo caso, Jackson ha ceduto il privilegio della regia allo storico collaboratore Christian Rivers che lavora con lui fin dai tempi di Splatters – Gli Schizzacervelli, prima come autore degli storyboard e poi come supervisore degli effetti speciali.
Per la prima volta il “trio delle meraviglie” Jackson, Walsh e Boyens si è ritrovato a scrivere una sceneggiatura non diretta da Jackson in prima persona; ma Rivers ha comunque assorbito la lezione del regista neozelandese soprattutto quando ha avuto il privilegio di lavorare come regista della seconda unità nella trilogia de Lo Hobbit e nel remake del film Il Drago Invisibile.
Arriva al cinema Macchine Mortali, la saga che segna il ritorno al fantasy di Peter Jackson
I produttori del film sono Zane Weiner (la trilogia di Lo Hobbit), Amanda Walker (ancora Lo Hobbit) e Deborah Forte (Piccoli Brividi), oltre alla Walsh e a Jackson stesso. Ken Kamins e la Boyens, sempre reduci dall’esperienza del set de Lo Hobbit, figurano come produttori esecutivi, ma sarà la Universal a distribuire il film in tutto il mondo.
Il regista neozelandese e soci avevano acquistato i diritti di Macchine Mortali nel 2009, nonostante il primo capitolo della saga di Reeve – dal titolo omonimo – sia stato pubblicato nel 2003, portando nel mondo dell’editoria lo strano universo alternativo e distopico creato dalla fantasia dello scrittore.
Il titolo, ispirato da un verso dell’Otello di Shakespeare, evoca le fantasie oscure legate a un futuro lontano (eppure così vicino) dove un olocausto nucleare ha devastato il pianeta Terra costringendo tutte le metropoli del mondo a dotarsi di ruote per trasformarsi in creature meccaniche, costrette a vagare nel deserto a caccia di altre prede, ovvero altre città speculari.
Reeve ha scritto sette romanzi che compongono la saga, dei quali quattro dedicati alla saga principale – solo i primi due tradotti in italiano – e tre a un prequel/spin off incentrato su una delle figure cardine del romanzo, Anna Fang (interpretata da Jihae), una rivoluzionaria che affiancherà i due protagonisti Tom e Hester nelle loro avventure.
E proprio quest’ultimi due, adolescenti in fuga, sono il “motore immobile” che innesca la vicenda narrata dal film: vivono sul più grande organismo meccanico della Terra, la città di Londra, guidata dall’ambiguo archeologo Thaddeus Valentine (una vecchia conoscenza del mondo di Jackson, l’attore Hugo Weaving) che è il modello al quale s’ispira il giovane Tom (l’irlandese Robert Sheehan), uno storico che gestisce un museo sulle icone del “vecchio mondo”.
Il destino del ragazzo e della misteriosa orfana s’incrociano quando quest’ultima, Hester (Hera Hilmar), attenterà alla vita di Valentine per cercare di fermare le mire espansionistiche di quest’ultimo in combutta con il sindaco Magnus Crome (Patrick Malahide). La ragazza e Tom stringeranno un’atipica alleanza dopo essere stati espulsi da Londra, condannati a vagare in esilio negli impervi Terreni Esterni.
È stato lo stesso Christian Rivers a spiegare come l’estetica di Macchine Mortali non sarà propriamente steampunk, ma piuttosto post – distopica: nel mondo dove vivono i ragazzi, la tecnologia digitale è il passato, mentre il mondo è tornato a dipendere da bizzarre macchine a vapore, analogiche e sofisticate, con un gusto spiccatamente vittoriano che investe anche l’architettura. Tra le fonti d’ispirazione citate dal regista, figurano gli universi di Harry Potter e di Mas Max.
Ma questa non è l’unica differenza a livello sostanziale applicata sull’adattamento della saga di Reeve: la trama del film sarà meno episodica per renderla maggiormente fruibile nell’arco delle due ore previste; per tale motivo numerose scene sono state adattate completamente, anticipate o addirittura tagliate. Anche l’età dei protagonisti è “cresciuta”, passando dai 16 anni previsti nei romanzi a un’età più adulta che allinea il progetto di Macchine Mortali con franchise più famosi e consolidati come Star Wars.
Altre differenze sostanziali riguarderanno l’aspetto di alcuni personaggi: da Katherine Valentine (Leila George) che sarà bionda e non bruna, passando poi per Bevid Pod (Ronan Rafferty) che non sarà calvo e approdando, infine, alla protagonista Hester/ Hera Hilmar, descritta nel romanzo con un’enorme cicatrice che le deturpa il viso, mentre nel film avrà semplicemente un’evidente cicatrice sul volto che non inficerà la sua prova d’attrice.