Wes Anderson ritorna sugli schermi con L’Isola dei Cani (Isle of Dogs), premiato con l’Orso d’Argento allo scorso Festival di Berlino e distribuito in Italia dalla 20th Century Fox a partire da domani 1 maggio.
Anderson, ormai autore di culto (The Royal Tenenbaums – 2001, The Darjeeling Limited – 2007, The Grand Budapest Hotel – 2014) si cimenta con il grande mondo dell’animazione e con la tecnica della stop-motion – la “passo uno” italiana usata a suo tempo in Cabiria (1914) – resa celebre da lungometraggi come Nightmare Before Christmas (1993) e La Sposa Cadavere (2005) di Tim Burton fino al più recente The LEGO Movie di Phil Lord e Chris Miller. Bisogna ricordare però che il lavoro di Anderson sulla stop-motion era già iniziato nel 2009 con il lungometraggio animato e candidato all’Oscar Fantastic Mr. Fox (2009).
L’Isola dei Cani: Wes Anderson torna alla stop-motion dopo Fantastic Mr. Fox
Ne L’Isola dei Cani, ambientato in Giappone nell’ipotetico futuro del 2037, tutta la razza canina è tenuta in quarantena su un’isola a seguito di una strana influenza che l’ha colpita. Il dodicenne Atari sbarcherà sull’isola per ritrovare il suo fedele Spots: tutti i cani cercheranno di aiutarlo in questa nobile impresa.
Il lungometraggio vede alternarsi sullo schermo una schiera di voci famose, nomi che si sono spesso già legati alla carriera cinematografica di Anderson, come Edward Norton (Rex) e Bill Murray (Boss), insieme ad altri attori del calibro di Bryan Cranston (Capo), Jeff Goldblum (Duke), Tilda Swinton (Oracle), Scarlett Johansson (Nutmeg) e perfino Yoko Ono (nei panni di se stessa).
Un lavoro meticoloso, durato circa due anni e mezzo
A proposito del grande lavoro di precisione svolto nel rendere il più fluido possibile il passo uno, Jeremy Dawson ed Erica Dorn – i graphic designer del film – rispondono ad un’intervista con il Time: «Il periodo di costruzione dei personaggi e del girato si è svolto tra settembre 2015 e novembre 2017. Ci sono voluti due anni e mezzo per creare e girare tutto il film. In quel periodo, avevamo un gruppo di lavoro di circa cento persone, di cui sessanta si occupavano solamente di creare i pupazzi».
E aggiungono: «Tutto è in miniatura e bisogna creare tutto da sé. Quindi, anche se noi cercavamo di lavorare su un set a misura d’uomo, Wes è quel tipo di regista desideroso che tutto venga creato per il mondo specifico che lui ha creato per quel film».
L’Isola dei Cani dal 1 maggio al cinema
Si spera che per l’uscita italiana di L’Isola dei Cani di Wes Anderson (qui la nostra recensione), il successo al box office sia pari a quello ottenuto negli Stati Uniti che è arrivato a contare circa 27 milioni di dollari, di cui 1,6 milioni solo nel primo week-end. Voi andrete a vederlo?