Il 23 marzo prossimo uscirà nelle sale Italiane La Cura dal Benessere (A Cure for Wellness), l’ultima fatica di Gore Verbinski, già autore di successi cinematografici del box office come The Ring (2002), la famigerata trilogia dei Pirati dei Caraibi e The Lone ranger (2013).
Verbinski ritorna ai generi che lo hanno consacrato come un regista di punta nella produzione americana, l’horror e il thriller, ambientando il suo lungometraggio in una clinica privata incastonata nella solitudine e nell’altitudine delle Alpi Svizzere , sfruttandone l’ambientazione “gotica” come negli antichi romanzi di paura in cui il protagonista si ritrovava a combattere un nemico sconosciuto rinchiuso nella solitudine di un maniero.
In questo caso è il giovane dirigente Lockhart – interpretato da Dane DeHaan – a vestire i panni del personaggio principale, inviato a cercare il capo della sua azienda cui si sono perse le tracce una volta varcata la soglia di questa inquietante clinica. Ad accompagnare il giovane Lockhart durante il film ci saranno anche Jason Isaacs nei panni del villain e Mia Goth che interpreta la giovane e misteriosa Hannah.
Il film è distribuito dalla 20th Century Fox e si presenta come una co-produzione tedesco-americana: il film è stato infatti girato per la maggior parte nei famosi Babelsberg Studios di Potsdam, che hanno già ospitato i set internazionali di Gran Budapest Hotel, Hunger Games, Bastardi Senza Gloria e che, a suo tempo, ha funzionato da set per Metropolis di Fritz Lang e L’Angelo Zzzurro di Josef Von Sternberg.
La Cura dal Benessere: nuovo trailer italiano del film di Gore Verbinski
Anche il Burg Hohenzollern (il castello degli Hohenzollern) situato nel comune tedesco di Bisingen presta i suoi ambienti per le location del film. Da questo si intuisce quanto il set design sia una parte fondamentale per l’estetica del film; a questo proposito si è così espressa la production designer del film Eve Stewart:
“Ci hanno mostrato una parte dei più suggestivi castelli di montagna tedeschi, e questo [Il Castello Hohenzollern] sembrava rispondere a tutte le nostre necessità. Era abbastanza isolato, e, seppur al primo sguardo sembrasse abbastanza inquietante, dava l’impressione di essere una sorta di santuario dei nostri giorni. La strada attraverso gli alberi era così bella, e l’aria limpida del posto ha aggiunto qualcosa di magico ai colori del film.”
Anche nel Potsdamer è citata la reazione al film di Dierk Grahlow, construction manager del film, già attivo in pellicole come Bastardi Senza Gloria, Hunger Games, Monuments Man, La Bella e la Bestia: “Anche lo scenografo Dierk Grahlow è soddisfatto del risultato. Ha visto il film alla prima ma vorrebbe guardarlo ancora una volta, al cinema o a casa, dove tiene una raccolta di tutti i film in cui ha lavorato, per sé e la sua famiglia. Durante la sua prima visione del film dice di aver pensato solo al modo in cui il lavoro artigianale impatta sullo schermo.”
Il regista Gore Verbinski ha deciso di adottare una tattica quasi hitchcockiana per creare un ulteriore alone di mistero intorno alla sua opera; cioè quella di non far trapelare molte notizie per evitare che si creino spoiler di sorta e abbassare così l’interesse del pubblico nei confronti del film.