Chissà se l’ondata di caldo che ha investito il nostro paese in questi giorni e che, a quanto pare, durerà ancora qualche settimana, sarà di incentivo a far andare gli italiani al cinema. Luglio, solitamente un mese di transizione in cui molti cinema “gettavano la spugna” in attesa della fine di agosto (o addirittura dei primi di settembre), si presenta quest’anno come un mese in cui il cinema sarà vero protagonista.
Sarà sopratutto l’horror a farla da padrone – sotto un certo punto di vista, il genere “prediletto” degli spettatori estivi – e vogliamo scommettere che, per almeno quest’anno, gli spettatori decideranno di considerare anche la sala cinematografica vera e propria e non solo le arene estive? Merito anche della scelta (oculata) da parte di chi si occupa del settore di promuovere la sala come un luogo da fruire (per davvero) 12 mesi all’anno, appoggiata anche da diverse case di distribuzione che hanno scelto (con coraggio, bisogna ammetterlo) di non andare in ferie durante i mesi più caldi dell’anno.
Questo luglio cinematografico, dicevamo, sarà all’insegna dell’orrore – e chissà se proprio qualche brivido cinematografico (condizionatori a parte del cinema) non servirà a far sopportare meglio l’arsura di uno dei mesi più caldi dell’anno. Si inizia subito il 3 luglio con il ritorno della bambola Annabelle, in Annabelle 3, mentre l’11 luglio sarà la vetrina per il ritorno del “bimbo ragno” (Tony Stark dixit) in Spider-Man: Far From Home e del regista cult Brian De Palma con Domino. Il 18 luglio invece usciranno nelle sale il biopic Edison – L’uomo che illuminò il futuro e il thriller noir Serenity – L’isola dell’inganno. Chiudono il 25 luglio, Men in Black International e l’atteso horror Midsommar – Il villaggio dei dannati.
Andiamo a scoprire insieme – uno a uno – i titoli cinematografici che contraddistingueranno il mese di luglio…
Tu mi fai tremar, tu mi fai tremar, come fossi una bambola…
Non c’è pace per la famiglia Warren. Dopo quanto avvenuto negli episodi precedenti (la saga appartiene all’universo di The Conjuring), i demonologi Ed (Patrick Wilson) e Lorraine (Vera Farmiga) decidono di portare la bambola posseduta presso la loro abitazione rinchiudendola non solo in una stanza, ma anche all’interno di una teca costruita con vetro consacrato.
Ma, quando la figlia dei coniugi, Judy (McKenna Grace) ha la bella idea di aprire la teca – attirata dalla bambola -, il male si sprigiona perseguitando lei e naturalmente tutta la famiglia. Diretto dall’esordiente Gary Dauberman, che ha scritto il film insieme a James Wan (già regista del primo capitolo della saga, L’evocazione – The Conjuring), Annabelle 3 si preannuncia uno dei titoli cult dell’estate: un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del genere.
Giovani vendicatori crescono
Tra le lacrime di milioni di spettatori, Avengers Endgame ha chiuso un capitolo dell’universo cinematografico Marvel, ma la sua conclusione non ha rappresentato una vera e propria fine. Ne è testimonianza Spider- Man: Far From Home, secondo capitolo delle avventure (in solitaria) del giovane Peter Parker (Tom Holland), che una volta di più capirà di non poter rimanere un amichevole Spider Man di quartiere, ma, dato che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, dovrà farsi carico del lascito del suo mentore Iron Man/Tony Stark.
Dopo essere stata minacciata da Thanos, la Terra è ora alla merce’ di una nuova minaccia (spazio temporale), causata dai rocamboleschi eventi raccontati nel dittico conclusivo della saga degli Avengers. Ad affiancarlo questa volta, oltre al volto amico del redivivo Nick Fury (Samuel L. Jackson), anche un nuovo alleato: Mysterio (Jack Gyllenhaal). Tutto questo, mentre il giovane Peter dovrà fare i conti anche con i propri problemi adolescenziali…
Il ritorno di un autore cult
La storia del cinema è stata caratterizzata da tanti momenti rivoluzionari, eppure c’è un periodo in particolare che la maggior parte dei cinefili ritiene glorioso, ed è quello della nascita del (pseudo) movimento della New Hollywood, tra fine anni ’60 e inizio ’70. In quel momento negli States nacquero autentici autori, tra cui Brian De Palma. Regista che ha sempre amato sperimentare (come dimostra la sua intera cinematografia), De Palma – autore, tra gli altri di Scarface e del primo Mission Impossible -, ha affrontato tutti i generi, ma forse ne ha prediletto uno in particolare: il thriller.
Non è probabilmente un caso, quindi, che dopo qualche anno di inattività, il regista sia voluto tornare al cinema con un film appartenente a questo genere, Domino, opera comunque rinnegata dal regista, che ha accusato la produzione di aver compiuto tagli capaci di snaturare la pellicola. Un film (a suo modo) maledetto quindi, che racconta la storia di un poliziotto danese (Nicolaj Costar-Waldau) alla ricerca della verità sulla morte di un collega e che, al di là delle polemiche, non può che incuriosire sia gli amanti del genere che i cinefili puri.
E luce fu!
Se qualcuno si prendesse la briga di stilare la classifica delle invenzioni più importanti della storia dell’umanità – qualcuno l’avrà anche fatto -, sicuramente nelle prime posizioni (se non al primissimo posto) ci sarebbe quella di Thomas Edison, inventore della lampadina elettrica a incandescenza. Eppure, quello che è ad oggi uno degli oggetti più quotidiani delle nostre vite, ha avuto una genealogia lunga e complicata, sfociata pure in una vera e propria guerra tra inventori.
È quanto racconta il biopic Edison – L’uomo che illuminò il mondo di Alfonso Gomez-Rejon, che racconta la storia del conflitto – a suon di brevetti – tra Edison (Benedict Cumberbatch), il magnate George Westinghouse (Michael Shannon), e l’inventore Nikola Tesla (Nicholas Hoult). Il film, che arriva al cinema con discreto ritardo (è stato ultimato nel 2017) a causa delle polemiche che hanno investito la The Wenstein Company, tra le case di produzione della pellicola, incontrerà sicuramente il favore degli spettatori che amano i film ispirati a storie vere.
Passione a tinte (neo) noir
Steven Knight (regista e sceneggiatore di Locke), il premio Oscar Matthew McConaughey e Anne Hathaway al servizio di un noir che omaggia il genere di appartenenza e che sembra sopratutto avere un “debito” con il film capolavoro di Orson Welles La signora di Shanghai. Ci sono tutti gli ingredienti per fare di Serenity – L’isola dell’inganno un film dall’alto potenziale spettacolare, anche se in patria ha raccolto ben poche critiche positive e il pubblico l’ha praticamente snobbato… chissà che non venga rivalutato proprio da noi.
Come in ogni noir che si rispetti abbiamo un uomo in fuga dal proprio passato che si è rifugiato in un luogo sperduto (forse) per dimenticare e redimersi, una femme fatale bisognosa di aiuto, un cattivo (almeno all’apparenza) e naturalmente un atto criminale (un omicidio). Baker Dill (McConaughey) vive su un’isola al largo della Florida, dove conduce una vita monotona, finché una sua vecchia fiamma (Hathaway) non lo rintraccia proponendogli di uccidere il marito violento (Jason Clarke). Tutto semplice? Non proprio, dato che ben presto il povero Baker capirà di essersi imbarcato in qualcosa più grande di lui… e che ne metterà in pericolo la vita.
Aiutiamoli (gli alieni) a casa loro
Chi è stato ragazzino alla fine degli anni ’90 non può non aver sognato almeno una volta nella vita di indossare giacca, cravatta e occhiali neri e diventare un Men in Black. La fortunata saga cinematografica con protagonisti i servizi segreti che si occupano degli alieni immigrati sulla terra ha superato lo “scoglio generazionale” e, dopo essersi concessa una nuova giovinezza con un terzo capitolo che raccontava le origini del personaggio più iconico (l’agente K, interpretato da Tommy Lee Jones), questa volta ha voluto chiudere i conti con il passato, raccontando una storia completamente nuova (e più in linea con i gusti del pubblico contemporaneo).
Da questo punto di vista, non è un caso se Man in Black International veda come protagonisti 2 volti conosciuti ed apprezzati dal pubblico giovane come Tessa Thompson (Creed – Nato per combattere) e Chris “Thor” Hemsworth, che interpretano due agenti dei servizi segreti (la novellina, e il collega più esperto) che dovranno vedersela con una minaccia (naturalmente extraterrestre) che rischia di mettere a repentaglio (per l’ennesima volta) il pianeta. Spettacolo e divertimento sicuramente assicurati.
Un mondo bucolico perfetto?
In Svezia, una piccola comunità vive in armonia lontana dal mondo civilizzato, in un villaggio edificato in uno spazio bucolico che infonde pace e serenità. Eppure, tutta questa ostentata e celestiale armonia nasconde forse qualcosa di terribile e demoniaco, o almeno così cominciano a pensare la giovane Dani (Florence Pugh) e i suoi amici, che vi giungono credendo di assistere a una festa di mezza estate.
Dopo aver turbato gli spettatori con il suo film d’esordio, Hereditary – Le radici del male, il talentuoso regista Ari Aster torna dietro la macchina da presa per dirigere un alto horror contraddistinto da atmosfere inquietanti a tratti insostenibili: Midsommar – Il villaggio dei dannati, film che racconta una storia che – ne siamo sicuri! – turberà gli spettatori non solo durante la visione, ma anche una volta usciti dalla sala cinematografica, puntando su elementi disturbanti tipici del genere di appartenenza.