sabato, Settembre 23, 2023
HomeFestivalFestival di VeneziaVenezia 79: Martin McDonagh ritrova Colin Farrell e Brendan Gleeson per Gli...

Venezia 79: Martin McDonagh ritrova Colin Farrell e Brendan Gleeson per Gli spiriti dell’isola

Il regista Premio Oscar Martin McDonagh ritrova la coppia Colin Farrell e Brendan Gleeson per Gli spiriti dell'isola, presentato a Venezia 79.

Su Venezia 79 soffia un vento che profuma di Irlanda, grazie al regista Martin McDonagh e alla sua ultima fatica, il film Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin in originale).

Dopo aver diretto due gioielli come In Bruges – La coscienza dell’assassino e Tre manifesti a Ebbing, Missouri, il regista inglese ma con (forti) origini irlandesi ritrova sia Colin Farrell (visto di recente in Tredici vite) che Brendan Gleeson come protagonisti, orchestrandoli sulla base di una sceneggiatura originale dello stesso autore/sceneggiatore/regista che nasce per il teatro. Ma qual è la molla originale che ha spinto McDonagh ad ambientare questa storia di inossidabile amicizia maschile, una classica bromance che si muove sullo sfondo di un’Irlanda di cento anni fa, su un’isola quasi mitica dai tratti western?

«Partiamo dal presupposto», commenta il regista, «che avevo questi due attori insieme e ho sempre voluto girare di nuovo qualcosa con loro due, in Irlanda: era un’idea straordinaria e bellissima, soprattutto se ambientata nella parte occidentale dell’isola. Era un mio sogno da sempre, quell’opportunità di poter tornare nei luoghi da dove viene mio padre e dove andavo da ragazzino a trovare i parenti. Gli spiriti dell’isola è basato tanto sulla forza dei dialoghi brillanti quanto sulla sinergia che anima i due protagonisti: quando abbiamo girato In Bruges è stato fondamentale avere del tempo per poter parlare, tutti insieme, della sceneggiatura e di come girare le scene. Ad esempio, da regista non amo troppo le pause, ma quando ci sono servono sempre e sono fondamentali, soprattutto per ampliare lo spazio di manovra a partire dalle indicazioni iniziali della sceneggiatura».

Il film fa riferimento – fin dal titolo – al concetto degli spiriti e, in particolare, alle Banshee, spiriti presenti nel folklore irlandese e nella storia della stessa isola. Secondo McDonagh: «Nel film sia la natura in generale che gli animali sono permeati da queste presenze. La mitologia irlandese vede le Banshee protagoniste in un ruolo importante; queste donne mitologiche si lamentano per la morte di un bambino o di chiunque altro, e l’idea che se ne fossero andate per poi tornare e tutto solo per vedere cosa fa la gente, è di sicuro suggestiva e fondamentale. Per accentuare questo aspetto così folkloristico, ho cercato di puntare molto anche sulla musica, che parte in modo armonico per poi cambiare forma, mutare, fino a trasformarsi in un motivo quasi da funerale. E poi l’inserimento dei violini è stato, ancora una volta, importante: quasi tutte le mie storie terminano con un violino e si tratta di una precisa scelta drammatica».

venezia 79 gli spiriti dell'isola

Insieme a McDonagh, a presentare Gli spiriti dell’isola a Venezia 79, c’erano anche i due protagonisti Colin Farrell e Brendan Gleeson, che si sono ritrovati insieme sul set ben quattordici anni dopo la commedia nera – con venature thriller – In Bruges: che esperienza è stata questa volta, ma soprattutto qual è il loro rapporto con il concetto di bromance, di amicizia maschile salda e inossidabile?

Brendan Gleeson: «Lo confesso, speravo davvero di tornare molto presto a lavorare con Martin: dal mio punto di vista creativo e personale è stato un momento così speciale stare insieme sul set, e Martin ha cercato di dare un senso alla mia presenza e a quella di Colin sul set e, ancora una volta, lo ha fatto grazie a Gli spiriti dell’isola. Durante le prove che hanno preceduto il film, insieme a Colin, tenevamo conto delle implicazioni più importanti del nostro modo di agire in scena, rispondendo in maniera dinamica a ciò che stava accadendo: questo ha permesso a Martin di trovare dei nuovi modi per girare alcune scene, verificando come rendere – in modo efficace – le interazioni tra i nostri personaggi.

Personalmente sono felice di dire che, per me, l’amicizia maschile è qualcosa di valore; riassestarsi in una relazione con chiunque è sempre possibile nel corso della vita. Il valore di una bromance è sempre importante: è qualcosa di fondamentale tanto per me come interprete quanto per il mio personaggio; così, per immedesimarmi nei panni di un uomo che rompe, di colpo, una storica amicizia, sono partito nel modo più brutale possibile, ricordando quando ho rotto con qualcuno anni fa, e anche in modo abbastanza facile. Ecco, in quelle circostanze non diventa nemmeno una tortura, però si prova una sensazione che non si estingue facilmente… soprattutto quando si passa dall’altra parte, ovvero quando si chiude con qualcuno e tu sei quello che viene mollato. Lì allora è veramente dura e non c’è un modo giusto per farlo. Consapevole di queste mie convinzioni, le ho trasferite tutte nel mio personaggio per iniziare a girare il film».

Colin Farrell: «Attendevo l’occasione, da parte di Martin, di poter tornare a lavorare con lui a prescindere dal tipo di proposta! Era improbabile che declinassi un invito a tornare sul set, soprattutto a fianco di Brendan. Il sistema come lavoriamo rimane sempre lo stesso, a cambiare è il modo attraverso il quale lo esprimiamo a seconda del cast e della storia: mi piaceva, ad esempio, che con Gli spiriti dell’isola avessimo a disposizione 2-3 settimane di prove in un teatro, che forse è proprio il primo dove debuttò una pièce di Martin. Abbiamo parlato prima di tutto della sceneggiatura, poi abbiamo immaginato come potesse essere una volta messa in scena, acquisendo piena familiarità e fiducia nei confronti del materiale, personalmente per essere sempre più a mio agio anche perché… è importante mantenere una certa freschezza davanti alla cinepresa».

E se a Venezia 79 Gli spiriti dell’isola porta una ventata di Europa, teatro e folklore, senza dubbio un altro tema importante che attraversa il film è quello della conversazione, di questa antica arte perduta:

Colin Farrell: «Oggi, spesso, si prova questo senso di saturazione da informazioni, causata molte volte dai social media che ci allontanano dalla nostra intimità, che è però necessaria e fondamentale soprattutto quando si comincia una conversazione con qualcuno. Io, ad esempio, amo fare delle belle chiacchierate con gli altri, anche se a volte le conversazioni basate sulle sensazioni o i pensieri permettono rapidamente, a chi è dall’altra parte, di dare dei giudizi gratuiti. Conversare e scambiare delle idee con qualcuno che è aperto ad accogliere la tua opinione, senza pregiudizi, è fantastico ma non è sempre così facile: ormai le conversazioni sono state sostituite dalla tecnologia».

Brendan Gleeson: «Mi ha colpito, nel film, l’idea di tornare a com’erano le cose anni fa, indietro di cento anni. Non credo, onestamente, che gli uomini parlassero come noi e così tanto; ma Martin suggerisce un’idea che va in varie direzioni, e quindi parlare in modo così naturale magari di sentimenti può essere discutibile se pensiamo all’Irlanda di quei tempi, ma dopotutto il nostro è un film moderno, che abbraccia la tradizione ed è incentrato sull’amicizia».

Gli spiriti dell’isola arriverà il 2 febbraio 2023 nelle sale italiane.

Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani
Imbrattatrice di sudate carte a tempo perso, irrimediabilmente innamorata della settima arte da sempre | Film del cuore: Lo Chiamavano Jeeg Robot | Il più grande regista: Quentin Tarantino | Attore preferito: Gary Oldman | La citazione più bella: "Le parole più belle al mondo non sono Ti Amo, ma È Benigno." (Il Dormiglione)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

RECENTI

- Advertisment -