martedì, Ottobre 8, 2024
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RomaFF16, Zerocalcare: “Vi racconto Strappare lungo i bordi”

Zerocalcare ha presentato alla 16esima Festa del Cinema di Roma la sua prima serie tv, Strappare lungo i bordi, dal 17 novembre su Netflix.

Attualmente in Italia non vi è probabilmente un fumettista capace di catalizzare l’interesse della critica e del pubblico come Zerocalcare. Fin dagli esordi, le sue opere letterarie hanno riscosso un immediato successo che, con il passare del tempo, non è assolutamente scemato, anzi è costantemente accresciuto (prima) e si è consolidato (poi). La profezia dell’armadillo (trasposto anche al cinema), Kobane Calling, il più recente A babbo morto. Una storia di Natale sono tutte opere che sono entrate a far parte dell’immaginario culturale comune (quantomeno in Italia).

Dopo anni dedicati all’arte del fumetto – l’esordio ufficiale, dieci anni fa -, da diverso tempo l’autore romano (residente, per la precisione, a Rebibbia), aveva cominciato ad avvicinarsi all’animazione. Dapprima la realizzazione del video musicale per la canzone Ipocrondria di Giancane (datato 2018), poi il successo dei brevi sketch animati della la mini-serie Rebibbia Quarantine, trasmessi settimanalmente durante Propaganda Live, su La 7, e incentrati sul lockdown causato dalla pandemia Covid-19.

L’incontro tra Zerocalcare e la serialità vera e propria era quindi questione di tempo. E probabilmente non ha stupito nessuno – quantomeno gli addetti ai lavori e gli appassionati di cinema e fumetti – l’annuncio di Netflix di distribuire l’esordio seriale del fumettista: Strappare lungo i bordi, prodotta da Movimenti Production in collaborazione con Bao Publishing (casa editrice che detieni i diritti delle opere del fumettista) dal 17 novembre disponibile sulla piattaforma.

Della serie si è parlato anche durante la 16esima Festa del Cinema di Roma, dove sono stati proiettati in anteprima i primi due episodi, e Zerocalcare è intervenuto in prima persona per presentare il suo nuovo progetto.

Un passaggio inevitabile…

Il motivo che ha spinto Zerocalcare ad imbarcarsi in questa nuova avventura è stato spiegato dallo stesso autore durante l’incontro con la stampa: «Mi era venuta voglia di provare a raccontare una storia a cartoni attraverso un linguaggio diretto ed accessibile. Quando realizzai i primi cartoni scemi, fatti in casa, da solo, mi resi conto che la gente li guardava molto più facilmente rispetto ai fumetti».

Un’esperienza che, oltretutto, era secondo l’autore in qualche modo già preannunciata nelle sue tavole: «Sono un maniaco del controllo e attorno alle vignette metto spesso i testi delle canzoni per suggerire l’atmosfera o i brani da ascoltare mentre si legge il fumetto, immagino che solo una persona su un milione l’avrà fatto, invece con la serie puoi imporglielo».

… anche se ostico

«I corti animati creati per Propaganda Live mi hanno aiutato a prendere la misura di cosa potessi fare da solo e quali fossero invece i miei limiti», ha confessato Zerocalcare, che ha anche indicato come decisivo l’incontro con Movimenti. «La collaborazione con loro ha colmato le mie lacune; mi hanno aiutato e affiancato per capire come si racconta in maniera cinematografica una storia. Sono riuscito a controllare tutto, senza snaturare me stesso».

Un’opera molto personale

La particolarità dei fumetti di Zerocalcare risiede nella scelta di mettere sempre al centro della narrazione sé stesso, la sua vita, i suoi luoghi, le sue ossessioni. Aspetto che è rimasto inalterato anche nella serie tv di prossima uscita, Strappare lungo i bordi. «Ho un grosso senso di appartenenza tribale che riguarda il mondo in cui sono cresciuto, la scena punk e quello dei centri sociali a cui sono molto legato», ha detto il fumettista.

«Tutto ciò che mi porta fuori da quel mondo mi spaventa molto, perché ho sempre paura di incontrare l’incompatibilità di questi due universi. Fino a ora sono sempre riuscito trovare un equilibrio, cercando di portarmi dietro persone della mia scena che si sono messe a disposizione. Per quanto riguarda la musica, ad esempio, alcuni brani sono di Giancane, altri sono pezzi musicali che mi hanno accompagnato nella vita».

Obiettivo: internazionalità

L’aspetto più interessante per un’opera cinematografica o seriale prodotto o distribuita da Netflix è la possibilità di essere esportata – con estrema facilità – in tutto il mondo. A questo punto, pensando proprio alla natura personale dell’opera di Zerocalcare e alla sua spiccata romanità, verrebbe da chiedersi: come potrebbe essere percepita l’opera all’estero? «Non dirò mai che piacerà ovunque», ha detto il neo regista. «Mi sono rifatto però alla mia esperienza nel fumetto. Ho incontrato lettori di età e paesi diversi e ho capito che il minimo comun denominatore è quello di stare un po’ “impicciati”».

Ha continuato Zerocalcare: «Chi ha vissuto un senso di inadeguatezza a prescindere dall’età o dall’estrazione sociale riesce ad entrare in sintonia con ciò che racconto. Viceversa, le mie storie non parleranno mai a chi è pure nato a Roma, ha vissuto i miei stessi cartoni, ha la mia stessa età ma non prova quelle sensazioni, avendo avuto magari una facilità di relazione con l’esterno. Credo sia questa la cifra universale e allo stesso tempo escludente».

L’importanza del doppiaggio

Come già capitato per i suoi sketch animati, anche per Strappare lungo i bordi Zerocalcare presta la sua voce non solo per il suo alterego animato, ma anche per gli altri personaggi protagonisti: Secco, Sarah e Cinghiale. «Sono le voci sceme che si fanno a scuola per imitare le persone. Mi piaceva un approccio che non fosse per lo spettatore quello di vedere un teatrino dall’esterno; è come sedersi davanti a qualcuno che ti racconta una storia e se deve fare la voce di qualcun altro la imita in maniera casereccia».

A doppiare invece la “mitica” figura dell’Armadillo sarà l’attore Valerio Mastandrea. «Valerio incarna questa figura da prima di pensare a qualsiasi serie», ha detto Zerocalcare. «Non avevo idea di che voce avesse l’Armadillo, ma essendo la mia coscienza non potevo essere io a doppiarlo. Valerio invece  era perfetto, è stata una scelta naturale».

Diego Battistini
Diego Battistini
La passione per la settima arte inizia dopo la visione di Master & Commander di Peter Weir | Film del cuore: La sottile linea rossa | Il più grande regista: se la giocano Orson Welles e Stanley Kubrick | Attore preferito: Robert De Niro | La citazione più bella: "..." (The Artist, perché spesso le parole, specie al cinema, sono superflue)

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