Quando nel 1996 la Capcom decise di mettere sul mercato il videogioco per Playstation Resident Evil (in Giappone uscì come Bio Hazard), i fan dell’horror stanchi degli edulcorati Super Mario & co. stapparono le bottiglie di spumante. Era palese che le ambientazioni e i temi erano stati influenzati dai film sugli zombie di George A. Romero (la Capcom e la Sony, infatti, ingaggiarono il maestro per girare due spot di Resident Evil 2 del 1998).
Non passò molto tempo prima che Hollywood fiutasse l’affare di un successo che i videogiochi stavano ottenendo grazie ad una trama intricata e alla loro originalità fondata sul nuovo genere del survival horror. Nel 1999 Romero scrisse la sceneggiatura per un film che comprendeva i due protagonisti della saga videoludica (Jill Valentine e Chris Redfield), ma venne rifiutata. Poco dopo il progetto finì nelle mani di Paul W.S. Anderson, autore del buon fanta-thriller Punto di Non Ritorno. Quello che ne consegue è storia!
A meno di 24 ore dall’uscita nelle sale italiane dell’ultimo capitolo Resident Evil The Final Chapter, ripercorriamo insieme quella che è considerata la saga tratta da un videogioco più lunga nella storia del cinema.
Resident Evil The Final Chapter recensione del film
Resident Evil (2002)
Il primo è forse il migliore. Alice e un commando della Umbrella Corporation indagano su un incidente che si è verificato nell’Alveare, una base sotterranea dove si sviluppa il virus T. Il composto chimico rianima i morti e trasforma i vivi in creature mostruose dagli istinti omicidi. Alice e la squadra speciale devono riuscire ad arrivare al computer centrale, la Regina Rossa, per evitare che il virus contamini il mondo esterno. Al fianco di Milla Jovovich troviamo Michelle Rodriguez nel ruolo di Rain Ocampo, personaggio che come Alice è stato creato apposta per il film. Grandi scene d’azione girate dalla Jovovich senza controfigura e grande successo al botteghino: oltre 100 milioni di dollari incassati. A chiudere il tutto, il pezzo metal degli Slipknot: “My Plague”.
Resident Evil Apocalypse (2004)
Il secondo capitolo è forse il peggiore. Paul W.S. Anderson si dedica alla sceneggiatura lasciando la regia ad Alexander Witt. Nonostante l’introduzione di due personaggi fondamentali della serie di videogame, ossia Jill Valantine e Carlos Olivera, il film si avvale di un plot confusionario e di un make-up non all’altezza. Alice cerca di uscire viva da Raccoon City aiutata da alcuni amici. Per farlo deve però salvare una bambina, figlia di uno scienziato della Umbrella Corporation, e nel frattempo sconfiggere un mutante geneticamente modificato chiamato Nemesis. Il mostro è uno degli esperimenti della multinazionale su uno dei protagonisti del primo capitolo, Matt Addison. Il film riprende alcune scene dei videogame Resident Evil 2, Resident Evil Code Veronica e Residente Evil 3 Nemesis.
Resident Evil Extinction (2007)
Anche questo terzo capitolo non fu girato da Paul W.S. Anderson ma da Russell Mulcahy. Migliore rispetto al secondo, ma non così eccelso quanto il primo. Otto anni dopo il capitolo precedente la storia segue Alice che vaga nel deserto alla ricerca di viveri e benzina. Durante il suo girovagare trova le tracce di Arcadia, una zona sicura in Alaska dove il virus T non è arrivato. Alice si imbatte nel convoglio di superstiti guidato da Carlos e Claire Redfield, e insieme combattono le orde di zombie super intelligenti creati dal Dr. Isacs, lo scienziato a capo della sezione Nord America della Umbrella. Una volta sconfitti i nemici, Alice manda i superstiti verso Arcadia mentre lei crea un esercito di suoi cloni in un laboratorio della multinazionale. In questo film compare per la prima volta l’antagonista Albert Wesker e si approfondisce il personaggio di Isacs che era già comparso in Apocalypse. Il film andò molto meglio al botteghino dei precedenti capitoli, guadagnando 147 milioni di dollari.
Resident Evil Afterlife (2010)
Ritorna al timone Paul W.S. Anderson, e si vede! Girato in 3D e in IMAX 3D. Dei cloni di Alice attaccano la base della Umbrella a Tokio e cercano di uccidere Wesker, ma quest’ultimo riesce a fuggire. La vera Alice è in viaggio verso l’Alaska e lì trova solo Claire in stato confusionale per via di un congegno che le è stato attaccato. Le due eroine vanno a Los Angeles e si barricano insieme ad altri sopravvissuti in una prigione attaccata da zombie. Qui Claire ritrova suo fratello Chris. Nel frattempo si scopre che Arcadia non è una zona fissa ma una nave cargo che naviga vicino alle coste americane mandando segnali d’aiuto. Alice, Claire e Chris salgono a bordo della nave ma scoprono che è una trappola: ad aspettarli c’è Wesker. Dopo una dura lotta il cattivo sembra sconfitto, ma in suo soccorso arriva uno squadrone di elicotteri della Umbrella guidati da Jill Valentine. Questo quarto capitolo si basa sui videogiochi Resident Evil Code Veronica e Resident Evil 5; in più, riprende il marchingegno a forma di scarabeo che controlla le menti. Buona pellicola grazie alle scene in slow motion e alla limpidezza delle immagini IMAX. Senza dimenticare la chiusura rock con il brano “Outsider” degli A Perfect Circle.
Resident Evil Retribution (2012)
Ancora Anderson, ancora il tridimensionale. Il film riprende da dove si era interrotto il precedente. Alice combatte contro gli agenti della Umbrella mentre i sopravvissuti dell’Arcadia vengono o uccisi o catturati. A seguito di una esplosione dove perde conoscenza, Alice si risveglia molti anni dopo in un laboratorio della multinazionale dove viene interrogata e torturata da Jill Valentine. A seguito di un attacco Hacker riesce a scappare e a continuare la sua lotta contro Wesker e la Regina Rossa. Grandi effetti speciali e grandi coreografie. Il film fu presentato in anteprima in Giappone con il titolo Bio Hazard V Retribution. Inoltre, ricompaiono i personaggi di Carlos e Rain Ocampos nelle vesti di cloni, oltre ai personaggi della saga videoludica Leon e Ada.