Con Ready Player One (qui la nostra recensione) il regista per eccellenza Steven Spielberg torna a cimentarsi con l’universo fantascientifico e digitale, approdando al tema della creazione di mondi possibili virtuali e alle atmosfere videoludiche.
È risaputo ed enormemente citato che Spielberg sia stato il diretto successore del lascito fantascientifico di Stanley Kubrick, il mandatario che ha trasposto su di sé le speranze di attuare un film sull’intelligenza artificiale del grande regista di 2001: Odissea nello Spazio.
In questo approfondimento cercheremo di analizzare quei film che hanno scandito la tematica del complesso rapporto uomo/mondo virtuale, i creatori di quel nuovo Umanesimo che vede l’uomo non più al centro di un solo mondo ma di più mondi “probabili”.
Ready Player One e gli altri: 5 classici che raccontano il mondo virtuale
5) NIRVANA (G. SALVATORES, 1997)
Sebbene il tema fantascientifico sembra da sempre appartenere allo statuto della narrazione cinematografica americana, anche l’Italia si cimenta con il cyberpunk grazie all’opera distopica prodotta e diretta da Gabriele Salvatores. Anche in questo caso la narrazione si volge “in un futuro non troppo lontano” e in un “Agglomerato” cittadino dagli angoli oscuri. Il videogioco Nirvana, capace di controllare la mente dei propri giocatori, è infettato da un virus che mette a repentaglio le capacità mnemoniche del protagonista del game. Seppure passato alla storia con un successo di critica e di pubblico non molto alto, Nirvana è un film da rivalutare e al quale accostarsi con la voglia di ricercare le numerose tematiche filosofico/fantascientifiche condite da un sano stile italiano presenti nel suo svolgersi.
4) TRON (S. LISBERGER, 1982)
Il lungometraggio di Steven Lisberger, prodotto dalla scuderia Disney e vede protagonista Kevin Flynn, programmatore di videogiochi di grande talento, in lotta contro la malvagia società Encom che tenta di rubare i suoi lavori. Tron è entrato nella storia del cinema come uno dei capisaldi del genere, con la sua capacità di unire i tecnicismi del mondo computerizzato con quelli avventurosi del cinema di genere ed essendo capace di intrattenere anche i meno avvezzi all’emisfero tecnologico. Per conseguenza del suo grande successo, numerosi videogiochi hanno ripreso la trama del film e nel 2010 è uscito nelle sale Tron: Legacy che aggiunge un tocco utopistico alla già conosciuta azione del primo Tron.
3) WARGAMES (J. BADHAM, 1983)
Film dalla struttura tipica nel linguaggio dei film che parlano di informatica e videogames, Wargames vede protagonista un Matthew Broderick agli esordi nei panni di un hacker che tenta di insinuarsi nel database della Protovision, casa produttrice di videogame in procinto di uscire sul mercato con un nuovo prodotto. Il transfert che lega mondo virtuale e sorti del mondo è ormai riconosciuto nella dialettica cinematografica americana e ben presto il protagonista si trova a sua insaputa a dover gestire le sorti del mondo nel caso di un possibile attacco nucleare sovietico. In questo film fantascienza e filosofia, mente umana e mente indexicale si scontrano in una partita a scacchi – il gioco tattico per eccellenza – che vaglia i due mondi in un confronto più umanizzante del previsto.
2) MATRIX (L. & A. WACHOWSKI, 1999)
Classico del genere, uno dei lungometraggi che ha dato vita alle trilogie più viste e conosciute di sempre, Matrix è innegabilmente ovunque. La “matrice” dell’antica lingua latina crea cyberspazi sconosciuti ma in realtà più vicini di quanto si possa immaginare, svelando non solo diversi mondi possibili ma anche doppelgänger della propria personalità in un continuo vortice di rimandi che fanno vacillare le percezioni dei protagonisti. Matrix ha il grandissimo pregio di saper fare crollare tutte le convinzioni umane dello spettatore, mettendolo davanti alla primigenia banalità della scelta, facendolo confrontare con le infinite possibilità del caso della pillola rossa o della pillola blu.
1) BLADE RUNNER (R. SCOTT, 1982)
Fresco di sequel – Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve – Blade Runner non è solo un film ma un vero passaporto per il futuro. Ispirato al romanzo “Il Cacciaotre di Androidi” di Philip K. Dick, anche in questo caso ambientato in un futuro – davvero! – non troppo lontano, il 2019, vede i cacciatori di androidi impegnati nel loro sanguinolento lavoro. Blade Runner scopre i feticci del mondo umano, fotografie retaggi dal sapore medievale come il sogno dell’unicorno, in una cornice ultra tecnologica e avveniristica. Le cose «che voi umani non potreste immaginarvi», le «porte di Tannhäuser» non sono altro che dei continui rimandi a un passato cinematografico che per lo spettatore non può fare a meno di essere presente, dando così l’impressione a chi sta guardando di essere un tassello della perenne connessione tra presente e passato, un’inevitabile rappresentazione del presente.