Pinocchio di Guillermo del Toro: i segreti del film d’animazione in stop motion

I segreti dietro la realizzazione di Pinocchio di Guillermo del Toro, il film d'animazione in stop motion disponibile da oggi 9 dicembre su Netflix.

Pinocchio di Guillermo del Toro, una stravagante rivisitazione in stop-motion del racconto classico, è disponibile da oggi 9 dicembre su Netflix (qui la nostra recensione).

Guillermo del Toro reinventa il grande classico di Carlo Collodi dedicato al burattino di legno che prende magicamente vita per riscaldare il cuore di Geppetto, intagliatore in lutto. Questo stravagante film in stop-motion diretto da del Toro insieme al veterano Mark Gustafson segue le spericolate e indisciplinate avventure di Pinocchio nella sua ricerca di un posto nel mondo.

Il film presenta un cast vocale stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante, David Bradley in quelli di Geppetto, mentre l’esordiente Gregory Mann presta la voce a Pinocchio. Nel cast vocale in lingua originale figurano anche Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice dell’Oscar Tilda Swinton.

6L’animazione è cinema

Pinocchio di Guillermo del Toro. Cr: Netflix © 2022

La lunga passione del regista premio Oscar Guillermo del Toro per l’animazione e per l’arte della stop-motion inizia durante la sua infanzia a Guadalajara, in Messico. All’età di otto anni inizia a girare filmini amatoriali in stop-motion utilizzando i suoi giocattoli e una cinepresa Super 8 che apparteneva a suo padre. Da adolescente comincia a offrire lezioni sulla tecnica della claymation e ciò getta le basi per un’idea che maturerà quarant’anni dopo quando lavorerà a un ambizioso adattamento di un classico racconto su un burattino che prende vita.

“Insegnavo la stop-motion e uno dei miei studenti era molto più bravo di me nell’animazione, quindi l’ho preso da parte e gli ho detto ‘Perché non ti occupi di animazione mentre io penso ai soggetti?'”, ricorda del Toro. “In quel periodo ho pensato per la prima volta a una versione di Pinocchio in stop-motion che fosse più vicina a Frankenstein, con un personaggio catapultato nel mondo che, senza preconcetti, deve scoprire chi è, qual è il suo ruolo e perché esiste.” Con Pinocchio, suo dodicesimo lungometraggio, del Toro aggiunge un nuovo capitolo alla sua illustre carriera e porta sullo schermo la favola di Carlo Collodi del 19° secolo, non solo rendendo omaggio alla storia originale e all’arte della stop-motion, ma elevando entrambe a nuovi livelli.

Più di qualsiasi adattamento precedente, Del Toro fa leva sui toni più cupi ed esistenziali del libro di Collodi e lo abbina a uno stile di animazione che tiene il pubblico con il fiato sospeso, dando vita a un film che è allo stesso tempo tipicamente gioioso e malinconico, soprannaturale e realistico. Un lungometraggio ideato per un pubblico di qualsiasi età. “Ci troviamo in un mondo che è diventato ancora più complesso negli ultimi decenni e i bambini ora si pongono domande ed esigono risposte su temi davvero complicati. Le loro emozioni sono complesse. È evidente che sia necessario parlare di ciò che è vero e falso, di quali legami tengono insieme una famiglia e del significato dell’essere umani e vivi. Questi sono temi, emozioni e idee importanti che al momento attraversano la mente di ogni bambino. Penso che questa favola sia ottimista, frizzante, divertente e commovente, ma che consenta comunque di affrontare quel tipo di dialogo.”

“Per me era arrivato il momento di eseguire una versione più sobria di Pinocchio”, continua. “Volevo realizzare un film commovente, che il pubblico potesse apprezzare, prendendo una delle forme più artigianali dell’animazione e spingendone i limiti il più possibile. Penso che l’animazione stia arrivando a un punto cruciale in cui dobbiamo considerarla una forma d’arte riconosciuta come stile cinematografico e non come genere rivolto solo alle famiglie. L’animazione deve infrangere quella barriera, cercando di essere più audace dal punto di vista tecnico e tematico e presentando la storia nel modo più artistico possibile in modo da farci riflettere. Pinocchio è quel tipo di storia.”

Indietro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui