Uscito negli Stati Uniti il 30 novembre 1990, Misery non deve morire ha appena compiuto trent’anni. La pellicola, tratta dal romanzo “Misery” di Stephen King, ottenne un successo enorme, incassando al botteghino più di 60 milioni di dollari e vincendo nel 1991 un Oscar per la migliore interpretazione femminile della grande Kathy Bates (vista quest’anno al cinema in Richard Jewell di Clint Eastwood).
Misery non deve morire, diretto da Rob Reiner (Standy by Me – Ricordo di un’estate, La storia fantastica), racconta la storia dello scrittore Paul Sheldon (interpretato dall’attore statunitense James Caan) che, stanco di scrivere i romanzi della serie che lo ha reso famoso, dal titolo Misery Chastain, decide di rifugiarsi in un albergo per terminarla con l’ultimo scritto. Finito il lavoro, rimane ferito in un brutto incidente stradale e viene soccorso da una sua grande ammiratrice, Annie Wilkes (Bates), che lo ospita nella propria casa e gli presta le cure necessarie. Vedendo la grande passione della donna nei confronti dei suoi romanzi, Paul decide di farle leggere l’ultimo della serie, che però farà infuriare Annie e la porterà a compiere gesti terribili nei confronti dell’uomo.
In occasione del 30esimo compleanno di Misery non deve morire, vi proponiamo di seguito delle curiosità sulla pellicola.
Quando un personaggio si fa metafora
Stephen King per anni si è rifiutato di condividere con i lettori il motivo che l’aveva spinto a scrivere il romanzo “Misery”, ma qualche anno fa ha rilasciato un’intervista al Paris Review, dichiarando che per anni ha dovuto lottare contro l’abuso di sostanze stupefacenti e che questo romanzo è la metafora di questa sua guerra alla droga. In particolar modo il personaggio interpretato da Kathy Bates per lo scrittore è la personificazione della tossicodipendenza, da cui è difficile liberarsi e che annienta la mente e il corpo della persona con cui ha a che fare.
Lo faccio o non lo faccio?
Sebbene gran parte dei romanzi di Stephen King siano stati riportati sullo schermo cinematografico, inizialmente lo scrittore non voleva vendere i diritti di “Misery” alla Castle Rock. Si è convinto a fare questo passo solo dopo aver visto Stand by Me – Ricordo di un’estate (diretto sempre da Rob Reiner), di cui rimase entusiasta (e non solo lui!).
Chi interpreterà Paul Sheldon?
Per la parte di Paul Sheldon, sono stati interpellati moltissimi attori, tra i quali Kevin Kline, Michael Douglas, Al Pacino, Gene Hackman, Harrison Ford, Robert Redford, Robert De Niro, Dustin Hoffman e tutti hanno detto di no; addirittura c’è stato un doppio rifiuto da parte di William Hurt. La proposta è stata fatta anche a Jack Nicholson, probabilmente per un altro ruolo, ma anche lui si è rifiutato perché, dopo il successo di Shining, non voleva recitare nuovamente un personaggio tratto dai romanzi di Stephen King.
E chi Annie Wilkes?
Inizialmente la proposta per il ruolo di Annie Wilkes era andata a Bette Midler (Hocus Pocus), che però aveva rifiutato perché, dopo aver letto il romanzo, riteneva che la trama fosse troppo violenta. In seguito ha dichiarato di essersi sentita stupida per la decisione presa.
E chi girerà il film?
Nel romanzo di Stephen King, Annie taglia un piede di Paul con un’ascia e questo momento ha creato non poche difficoltà quando si è trattato di trasporlo in un film. Inizialmente, infatti, il film doveva essere diretto da George Roy Hill (regista di Butch Cassidy e La stangata), il quale cambiò idea perché si rese conto di non poter girare la scena dell’amputazione. In seguito il film è stato girato da Reiner che, forse influenzato da Hill, ha deciso di modificare la scena: invece di amputare il piede di Paul, Annie gli frattura entrambe le caviglie.
Alcol e cinema: come riparare ai propri errori
Infine la parte di Paul Sheldon è stata interpretata da James Caan, il quale una mattina si è presentato completamente ubriaco sul set. Le scene che sono state girate durante quella giornata erano talmente pessime da essere state cestinate tutte. L’attore, per scusarsi dell’accaduto, ha deciso di ricoprire le spese di quel giorno di riprese.
Quanto sono cattiva…
Nel 2003 è stata presentata una classifica molto curiosa in occasione di uno spettacolo televisivo della CBS: si tratta della AFI’s 100 Years… 100 Heroes and Villains, cioè la classifica dei 100 migliori eroi e cattivi del cinema, 50 per categoria. Il personaggio di Annie Wilkes si trova alla diciassettesima posizione, ovviamente della lista dei cattivi.
Voglio essere Alfred Hitchcock!
Il regista di Misery non deve morire, Rob Reiner, ha voluto riguardarsi tutti i film di Alfred Hitchcock prima di iniziare a girare il proprio. Era convinto che quest’operazione lo avrebbe certamente aiutato nel trovare le tecniche di ripresa più funzionali al fine di realizzare un buon thriller. La cosa, però, gli sfuggì un po’ di mano: alcuni attori hanno dichiarato che il regista aveva iniziato a comportarsi come Hitchcock sul set e Caan è convinto di aver sentito Reiner parlare da solo, con se stesso, chiedendosi: “Ma chi ti credi di essere? Alfred Hitchcock?”
Cinema vs teatro
Kathy Bates, nascendo come attrice di teatro, era abituata a fare molte prove, cosa che non piaceva a James Caan. Tra i due ci sono stati molti momenti di tensione sul set, mediati dal regista, che consigliò all’attrice di utilizzare nella recitazione le sensazioni di frustrazione che provava nei momenti di litigio con Caan. Da un lato questo ha funzionato; dall’altro, però, Reiner si era accorto che col tempo la Bates si isolava sempre più dal resto del cast nei momenti di pausa e, temendo che questo potesse influire sulla vita personale della donna, l’ha invitata più volte a lasciare il personaggio di Annie Wilkes fuori dal set.
Teatro vs cinema
Di Misery esiste anche una versione teatrale, ideata dallo sceneggiatore del film William Goldman, che è stata presentata per la prima volta nel 2012 a Broadway. I personaggi principali sono stati interpretati da Bruce Willis e Laurie Metcalf. Purtroppo la critica statunitense ha definito la piece “pigra e poco spaventosa”, e ha trovato nell’interpretazione di Willis il difetto più grande di tutto lo spettacolo.