Grazie alla serie inaugurata da Guillermo Del Toro con Hellboy (2004) ed Hellboy: The Golden Army (2008) e anche al reboot Hellboy (2019) firmato da Neil Marshall (qui la nostra recensione del film), il demone Anung Un Rama creato nel 1993 da Mike Mignola è finalmente giunto nell’Olimpo degli eroi cinematografici.
Conosciuto come Hellboy, Red o il più stringato “HB”, il Rosso è un’entità demoniaca tutta forza e arguzia, dal fascino irresistibile e dalla battuta pronta. Interpretato nei primi due lungometraggi da Ron Perlman e da David Harbour nell’ultima iterazione, Hellboy è riuscito a fidelizzare una grossa fetta del pubblico amante dei cinecomic, passando dall’Inferno alla carta… sino al cinema!
1) Le origini: nazisti e varchi infernali
Per quanto i filologi della carta stampata troveranno questa curiosità di poco conto, è interessante ricordare le vere origini di Hellboy. Per chi dovesse essersi accostato al personaggio solo nella sua fase cinematografica, l’eroe nasce come il demone Anun Un Rama durante le tragiche vicende del secondo conflitto mondiale. In una sconfinata isola della Scozia, un manipolo di nazisti si ritrova a svolgere il rito magico conosciuto come Ragnarok e iniziato dallo storico stregone russo Rasputin per assicurarsi il buon esito della guerra. Tuttavia, non tutto prosegue secondo i piani e Rasputin viene risucchiato dal varco apertosi durante la cerimonia. L’unico a comprendere che in realtà il varco non si è ancora chiuso è il professor Trevor Bruttenholm che per primo scorge una piccola creatura rossa uscire dal portale, Hellboy appunto.
2) Come è nato Hellboy? Per caso!
Al pari di qualsiasi grande invenzione anche il personaggio di Hellboy, il cui nome era in principio Hell-boy, nasce completamente per caso. O meglio, per noia. Nel 1991 il disegnatore Mike Mignola si trovava al Great Salt Lake Comic Convention per presentare i suoi lavori, la tipica cornice festivaliera alla quale nessun promettente fumettista può dire di no. Per non perdersi nell’inedia da attesa, Mignola disegna senza pensarci troppo un grosso diavolone con corna appuntite, coda pelosa e pieno di armi. Così nacque l’Hellboy primigenio destinato a incollare su carta migliaia di lettori affamati.
3) Il vero nome di Hellboy
Stando a quanto già ricordato, il nome demoniaco di Hellboy è Anung Un Rama. Cosa vuol dire questa sequela di suoni così misteriosi e incomprensibili? Anzitutto, muovendosi un po’ alla stregua tolkeniana, i vocaboli sono colti da diverse lingue. Anung sta a significare Abisso negli idiomi dell’antico Egitto e Rama probabilmente si rifà al pantheon induista ed indica uno degli avatara– in sanscrito – di Vishnu. Il significato ufficiale del suo nome suona così: «E sul capo cinge una corona di Fuoco». Particolare che nel reboot di Neil Marshall sembra non essere sfuggito.
4) Mike Mignola e il reboot
La versione cartacea utilizzata come leit-motiv per l’Hellboy di Neil Marshall corrisponde al nono volume della serie, dal titolo: “La Caccia Selvaggia“. Nello specifico si tratta di un’antologia contenente i numeri 37 e 44 firmati da Mike Mignola per la serie di fumetti. L’autore ha collaborato all’intera fase di lavorazione del film ed è stato tra i primi fautori del nuovo interprete infernale, David Harbour. La sua presenza si è rivelata profondamente significativa perché, tra gli intenti del regista, c’era proprio quello di ridonare la più chiara verosimiglianza tra film e fumetto.
5) Un demone complesso. Il make-up del film
Per la nuova versione di Hellboy, Joel Harlow – il make-up designer del film – ha scelto di fare una versione più amplificata dell’Hellboy conosciuto. Afferma infatti: «Abbiamo creato un look che era una versione più ampliata delle caratteristiche facciali tipiche del personaggio. Una mascella più grande, un sopracciglio più pesante, l’occhio giallo più vivace, denti più grandi e, naturalmente, corna estremamente grandi». Per le creature infernali, Harlow voleva che fossero notevolmente diverse da quelle delle opere precedenti: «Il loro aspetto è completamente non umano e molto terrificante: è uno sguardo in un mondo di esseri che non seguono le leggi anatomiche del mondo conosciuto».
6) Fumetto ed effetti speciali
Gli esperti del VFX hanno spesso citato i fumetti di Mike Mignola come riferimento alla creazione delle creature del film, ma evitano qualsiasi riferimento alla precedente operazione firmata da Guillermo del Toro. Joel Harlow ha spiegato che le loro creazioni “mostruose” «hanno un aspetto non umano e molto spaventoso, un assaggio di quello che potrebbe essere realmente ciò che non abita sulla terra».
7) Un Hellboy dark
Stando a quanto affermato più volte da Mike Mignola, il suo coinvolgimento è stato molto più diretto nella produzione di questo film che non nei film di Guillermo del Toro. Secondo la sua opinione, questo è stato dovuto all’idea di questo di minimizzare gli elementi di Hellboy in quanto supereroe e rimanere più vicino al tono dark della graphic novel, donando al franchise una qualità più cupa.
8) L’eredità di Guillermo Del Toro
Nel 2012, Ron Perlman – il primo interprete del Rosso – si è sottoposto ancora una volta alla routine di trucco di 4 ore necessaria per trasformarlo in Hellboy – non per un sequel o un altro ingaggio ma per soddisfare la richiesta perpetrata tramite Make-A-Wish di Zachary, un bambino di 6 anni malato di leucemia. La Spectral Motion, che aveva lavorato al make-up dei due precedenti film di Hellboy, applicò il trucco a Perlman così che Zachary potesse trascorrere la giornata andando a spasso con il suo supereroe preferito. Guillermo del Toro, toccato da questo evento, decise di iniziare la produzione di un ipotetico Hellboy 3. Tuttavia, il progetto venne annullato e ora sappiamo come è andata a finire.
9) Hellboy e la censura
Hellboy ne combina di tutti i colori durante le sue scorribande. Dopotutto, rimane la bestia dell’Apocalisse! Per questo motivo il film di Marshall è stato valutato con una R nella scala censoria per la sua «violenza sanguinolenta e per il linguaggio». Hellboy è innegabilmente un film con una vena molto gore, ma non fatevi mettere paura da un po’ di sangue e da qualche gigante minaccioso perché arriverà Hellboy a proteggervi.
10) Non scappate via prima della fine dei titoli di coda…
La storia si ripete: siamo abituati all’oramai consolidata pratica delle sequenze post titoli di coda. Un modo per creare hype e per far rimanere – giustamente – in sala lo spettatore fino alla fine dei credits di tutto il cast, creativo e tecnico, che ha dato vita all’opera. Quindi anche per Hellboy di Neil Marshall non fuggite via prima del tempo: vi aspetta qualcosa di molto interessante!