Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, dirette verso Berlino, arrivarono presso la città polacca di Auschwitz e scoprirono il campo di concentramento, dal quale riuscirono a liberare i pochi sopravvissuti. L’abbattimento dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero una delle pagine più terribili della storia mondiale. Dal 1 novembre 2005, il 27 gennaio è stato dichiarato come il Giorno della Memoria ed è celebrato da tutti gli stati membri dell’Onu, proprio per ricordare la Shoah, le leggi razziali. La persecuzione, la deportazione, la prigionia e le torture che queste persone subirono affinché simili eventi non possano mai più accadere.
In questa giornata così importante, la Giornata della Memoria, anche noi vogliamo in qualche modo partecipare al ricordo di ciò che è stato, e per farlo, abbiamo pensato di volgere uno sguardo al cinema e al modo in cui l’Olocausto è stato raccontato da diversi registi, in tutti questi anni. Tra i primi film che vogliamo ricordare c’è sicuramente La Vita è Bella diretto ed interpretato da Roberto Benigni, che racconta la storia di Guido Orefice, toscano ebreo che sul finire degli anni ’30 s’innamora e sposa la maestra Dora. Sei anni dopo lo scenario è completamente diverso: è il 1938, ci sono le leggi razziali, la guerra e le deportazioni, e anche Guido e suo figlio Giosuè vengono portati al campo di concentramento. Dora, pur non essendo ebra, li segue volontariamente. Per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. Il film più difficile e sicuramente il migliore di Roberto Benigni, uno di quelli che andrebbero rivisti una volta l’anno, per ricordare, appunto. La pellicola ha vinto 5 Nastri d’argento e ha ricevuto 7 nomination agli Oscar e 3 statuette (Miglior Film Straniero, Miglior Attore per Benigni e Miglior Colonna Sonora per Nicola Piovani).
Giornata della Memoria: come il cinema ha trattato l’Olocausto
Ma La Vita è Bella non è l’unico film italiano ad aver raccontato la tragedia dell’Olocausto; nel 1959 Gillo Pontecorvo diresse Kapò, film drammatico in cui racconta la storia di Nicole, un’ebrea adolescente che vede morire i suoi genitori nella camera a gas. La disperata paura di morire spinge la ragazza a prostituirsi ai suoi aguzzini e a schierarsi dalla loro parte, tradendo la sua razza. Nicole diventa una Kapò, ma l’amore per un prigioniero russo la porterà a sacrificare la sua vita. E poi ancora nel 1993 Roberto Faenza dirige Jona Che Visse Nella Balena, film tratto dal romanzo autobiografico “Anni d’infenzia” di Jona Oberski che racconta la storia di una famiglia ebrea olandese all’epoca dell’occupazione nazista del paese. A quattro anni, Jona Oberski che vive ad Amsterdam con i genitori Max e Hanna, è costretto con la sua famiglia a trasferirsi nel Campo di concentramento di Westerbork, passando poi a Bergen-Belsen.
Nel 1997 Francesco Rosi dirige La Tregua tratto dal libro omonimo di Primo Levi; nel 2001 Ettore Scola racconta la storia di due negozianti, Leone della Rocca e Umberto Melchiori, il primo ebreo e il secondo no, proprietari di due negozi d’abbigliamento situati l’uno accanto all’altro e contrapposti da una forte concorrenza in Concorrenza Sleale. Proprio in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria, a 60 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, Mimmo Calopresti realizza un documentario Dov’è Auschwitz?, durante la visita nel campo di concentramento fatta il 16 ottobre 2004, insieme al sindaco di Roma Walter Veltroni, ad un gruppo di studenti della Capitale e ad alcuni dei sopravvissuti italiani all’Olocausto. Lo stesso regista è autore nel 2005 anche di Volevo Solo Vivere in cui raccoglie le testimonianze di nove cittadini italiani sopravvissuti alla deportazione e alla prigionia nei campi di sterminio di Auschwitz.
Per quanto riguarda il cinema internazionale invece si potrebbe partire da Schindler’s List di Steven Spielberg, che racconta la storia dell’industriale tedesco Oskar Schindler, in affari coi nazisti, che usa gli ebrei come forza-lavoro a buon mercato per arricchirsi, ma che poi, pur continuando a sfruttarli per i suoi interessi, diventa il loro salvatore, strappando più di 1100 persone dalla camera a gas. Film importante che vinse ben 7 Premi Oscar. Nel 1998 Radu Mihaileanu dirige Train de vie ambientato nel 1941, quando, per evitare la deportazione, gli abitanti di uno shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno allestiscono un finto convoglio ferroviario sul quale alcuni di loro sono travestiti da soldati tedeschi e partono nel folle tentativo di raggiungere il confine con l’URSS e di lì proseguire per la Palestina.
Giornata della Memoria: come il cinema ha trattato l’Olocausto
Ma forse uno dei migliori film sul tema dell’Olocausto è Il Pianista di Roman Polansky, che racconta la storia di un brillante pianista polacco, di religione ebraica, che viene confinato nel ghetto di Varsavia dove sperimenta sulla pelle la sofferenza e l’umiliazione. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città e grazie ad un ufficiale tedesco che lo aiuta a sopravvivere. Nel 2002 esce Amen di Constantin Costa-Gavras, mentre del 2008 è Il Bambino con il Pigiama a Righe di Mark Herman che racconta la storia di un’amicizia tra due bambini, uno dei quali ebreo; nel 2009 esce invece Dall’altra parte del mare di Jean Sarto, la storia di un sopravvissuto ad Auschwitz che dopo 30 anni ha accettato di rivivere l’esperienza del campo di concentramento con una terapia a base di LSD.; nel 2011 La chiave di Sara di Gilles Paquet-Brenner parte dai giorni nostri con una giornalista americana che vive in Francia da 20 anni e che sta facendo un’inchiesta sui dolorosi fatti del Velodromo D’inverno, il luogo in cui vennero concentrati migliaia di ebrei parigini prima di essere deportati nei campi di concentramento.
Noi abbiamo voluto citarne una parte, ma a lista dei film (italiani e non) è sicuramente più lunga e a questa vanno ovviamente aggiunti i molti documentari realizzati, tra cui Dottor Korczak – Korczak di Andrzej Wajda, Conspiracy – Soluzione finale di Colin Firth e Frank Pierson, e Shoah di Lanzmann Claude.
In occasione della Giornata della Memoria sono disponibili nelle sale italiane il documentario sul turismo nei campi di sterminio nazisti Austerlitz di Sergei Loznitsa e il film Il Viaggio di Fanny diretto da Lola Doillon e vincitore del Giffoni Film Festival 2016.